SCETTICISMO 3° PARTE : CONTROLLO SCIENTIFICO

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LE 10 PRINCIPALI FAKE NEWS DEGLI SCETTICI di Franco Rol, 30 settembre 2019

3) Rol non ha mai accettato di sottoporsi ad alcun controllo scientifico

FALSO. Durante la sua vita Rol cercò sempre un collaboratore scientifico con sufficiente apertura mentale e maturità spirituale in grado di assimilare il procedimento psicofisico necessario alla comprensione della meccanica dei suoi prodigi, conditio sine qua non per successivamente comprendere e quindi ricreare le premesse per una loro possibile replica da parte di altri. Sfortunatamente, pur avendo mostrato i suoi esperimenti anche a numerosi scienziati (inclusi a quanto sembra Albert Einstein ed Enrico Fermi) non trovò nessuno con le caratteristiche da lui auspicate o semplicemente con il tempo o il coraggio o l’umiltà necessaria a sottostare alle sue premesse che non potevano scostarsi più di tanto dalle regole dell’iniziazione. Per questo in una lettera pubblicata sul quotidiano La Stampa di Torino nel 1978 e indirizzata al giurista Arturo Carlo Jemolo (che lo aveva invitato dalle stesse colonne del quotidiano a sottoporsi a controlli scientifici [cfr. Jemolo, A.C., Convinciamo gli scettici, 13/08/1978, p. 1]) dichiarava:

«Meglio rimanere ignorato da una Scienza ufficiale che non è in grado, per ora, di comprendermi, piuttosto che venire meno a quei principi ai quali mi sono sempre ispirato e con i risultati che tutti conoscono.» (Rol, G.A., La Scienza non può ancora analizzare lo Spirito, La Stampa, 03/09/1978, p. 3)

Oltre alla maturità di chi avrebbe dovuto collaborare con lui e poi creare un protocollo sperimentale applicabile alla ripetibilità di una parte della fenomenologia (in particolare gli esperimenti con le carte da gioco, usate come strumento matematico) la difficoltà di Rol era dovuta anche alle caratteristiche stesse del processo attraverso il quale tali esperimenti avrebbero dovuto sfociare in un esito positivo, ovvero uno stato di ispirazione simile a quello dei compositori che non poteva essere condizionato o vincolato da cause esterne che non fossero in sintonia con il suo stato di coscienza. Di qui il mancato incontro con la comunità scientifica, diventato poi irreversibile a causa delle insinuazioni prive di fondamento del giornalista Piero Angela che era stato accolto in due occasioni a casa di Rol per assistere ai suoi esperimenti. Durante gli incontri Angela, pur non nascondendo a Rol il suo pregiudizio scettico, non ebbe nulla da eccepire su quanto visto, ma successivamente in un libro pubblicato nel 1978 mise in dubbio l’autenticità dei fenomeni e di conseguenza l’onestà di Rol, affermando che senza il controllo di un prestigiatore avrebbe potuto trattarsi di banali giochi di prestigio, stravolgendo a quanto pare il resoconto dei fatti (cfr. la testimonianza del dott. Alfredo Gaito, presente a una delle serate: https://www.facebook.com/Gustavo.A.Rol/posts/1396494513752441 ) e omettendo di proposito, secondo la versione di Rol fornita al giornalista Nevio Boni, alcuni episodi rivelatori riferentisi probabilmente all’altro incontro (la lettura di un libro a distanza a Boston, presso un amico di Angela, da parte di Rol, che stava a Torino in collegamento telefonico, e la materializzazione della firma di Rol su carte e libretti di assegni che il giornalista aveva in tasca, testimonianza raccolta dallo scrivente nel 2002 [si veda il video https://www.youtube.com/watch?v=XaVFUvs1BYs ]) che non necessitavano certo della presenza di un illusionista per rendersi conto della loro autenticità. Anni più tardi, in una intervista pubblicata su La Stampa Rol dichiarerà senza nominarlo che Piero Angela «ha mentito su quanto mi ha veduto fare, nel modo che l’ha veduto fare e su quanto mi ha sentito dire. Io sono convinto che egli abbia agito col deliberato proposito di ditruggere in me la dimostrazione di tutto ciò che lo spirito umano può compiere quando si ispira a Dio. Tale comportamento mi fa pensare che egli in Dio non crede affatto, ma io lo attendo per quel giorno quando mi incontrerà nell’Aldilà e gli punterò contro il mio dito indice, non tanto per il dispiacere che può avermi procurato, quanto per l’avere, con il suo comportamento, chiuso quella porta che io avevo socchiuso alla Scienza». (Lugli, R., L’altro mondo è in mezzo a noi, 24/05/1986, p. 1, inserto Tuttolibri)

Nello stesso periodo, sempre su La Stampa, veniva pubblicata una lettera di Rol indirizzata al fisico Tullio Regge, invitato a suo tempo anche lui a casa sua per assistere agli esperimenti (dopo un primo incontro a casa della famiglia Olivetti, della omonima azienda industriale), e anche lui rimasto scettico per partito preso (Regge tre anni più tardi sarà proprio con Angela tra i fondatori del C.I.C.A.P.): «Se un giorno non Le avessi mostrato alcuni miei modestissimi esperimenti, non mi sarei permesso di scriverLe questa lettera. Ricordo come cercai di provarle che esistono fenomeni fuori della norma ove la materia stessa è chiamata in causa e non dipendono soltanto da una particolare disposizione della psiche. (…) Quel rapporto della mente col meraviglioso al quale accennavo verrebbe immediatamente turbato col risultato facilmente intuibile: la distruzione in partenza dell’esperimento. (…) Lei ha veduto da me cose che ho definito modestissime eppure affermo che nessun prestigiatore, anche il più capace sarebbe stato in grado di ripeterle. Per chi mi conosce profondamente e sa come mi comporto ed agisco, è comprensibile che questo tipo di controlli è inutile, anzi inopportuno. Non un prestigiatore, ma un Ricercatore è opportuno. Egli è portato a sostituire con l’interesse e la collaborazione ogni eventuale sua diffidenza. Non è difficile comprendere ed ammettere che nello sviluppo di una collaborazione, ogni forma di controllo, anche la più minuziosa, viene ad essere spontaneamente esercitata. La presenza poi di un Ricercatore rotto a queste esperienze offre la maggior garanzia ai fini di un risultato positivo. Va tenuto in considerazione che io agisco sempre d’impulso in uno stato d’animo che mi viene improvviso e che non so spiegare. È così che ho sperato che fosse proprio la Scienza ad aiutarmi a riconoscere e codificare queste mie sensazioni che sono certo ogni uomo possiede, e sarà la Scienza stessa a rivelare queste facoltà e promuoverle in tutti gli uomini … » Sulla stessa pagina La Stampa pubblicava una risposta di Regge, che riconosceva: «Non possiedo d’altra parte elementi di giudizio tali da poter criticare o avallare gli esperimenti del dottor Rol». (Scienziati e sensitivi, perché così nemici?, 11/07/1986, p. 3)

Otto anni più tardi, quando ormai Rol era passato ad altra vita e non poteva piú replicare, e in quel tipico effetto psicologico che a distanza di tempo un certo pregiudizio, nutrito dall’autosuggestione, si rafforza, Regge affermerà: «Personalmente io ho visto solamente esperimenti fatti con carte da gioco e non ho rilevato di certo facoltà paranormali; in molti casi usò in modo ovvio le “forzature” dei prestigiatori». (Regge T., Personalità magnetica e inimitabile, La Stampa, 23/09/1994, p. 19). Curioso che questa “ovvietà” sia sfuggita a persone che certamente erano più esperte di Regge in questo campo, vale a dire i prestigiatori che hanno avuto occasione di vedere gli esperimenti, come abbiamo già visto. Rol dal canto suo raccontò come andò il secondo incontro, presenti il prof. Giovanni Sesia con la moglie: «Tullio Regge è venuto da me, accompagnato da un professore famoso di medicina, con la moglie e con un’altra persona, e hanno portato le carte, e mi hanno fatto stare con le mani dietro allo schienale, e lui le ha mescolate sotto il tavolo. E poi io gli ho detto: “Pensi una carta. La pensi soltanto”. Lui dice: “L’ho pensata.

“Allora metta quel mazzo che ha mescolato sul tavolo”. “Posso cambiare la carta?”.

“La cambi pure. Allora ha pensato un’altra carta. “Posso di nuovo mescolare?

“Mescoli!”.

Io avevo sempre le mani dietro lo schienale.

Bene, allora ha messo sul tavolo il mazzo che lui aveva mescolato. “Lo tagli”.

Lo taglia e salta fuori l’asso di fiori. Dico: “Aveva pensato l’asso di fiori?” “Sì, una combinazione… Lo rifaccia!”

“Non sono Dio! È venuto, ma non sono Dio da poterlo rifare, questo!”. E lui mi ha detto:

“Ma io non posso ammetterlo, perché bisognerebbe che ci venga un prestidigitatore a dirmi che noi non siamo tutti suggestionati, o che Lei ha fatto qualche cosa che noi non ce ne siamo accorti. Scientificamente, io non posso in laboratorio ammettere una cosa simile”»

(trascrizione letterale della traccia audio n. 8 dal CD allegato a: Dembech, G., Gustavo Adolfo Rol. Il grande precursore, 2005)

Questo racconto è stato confermato dai presenti e Regge non lo ha mai smentito nei vent’anni successivi (inizialmente pubblicato nel 1993 in: Dembech, G., Torino città magica vol. 2. Regge è morto nel 2014.) Non bastasse questo, dopo gli incontri con Regge Rol accettò di buon grado di ricevere due suoi assistenti, come ha riferito il prof. Luigi Giordano, medico chirurgo amico di Rol (e scettico prima di conoscerlo), testimone degli incontri: «Per parecchie sere il prof. Regge aveva mandato dei suoi assistenti [ad] assistere alle sue sedute, e questi assistenti non facevano commenti. Sono venuti – ricordo – tre sere. C’era un assistente uomo e un assistente donna. Dopo la terza sera hanno detto che non sarebbero più tornati, perché non trovando una spiegazione logica a quanto capitava, non potevano permettersi di sovvertire tutte le leggi della fisica. E questo era anche quello che aveva detto Regge, che lui queste cose non le capiva, e non capendole non si permetteva di discuterle».

Questi incontri avvennero probabilmente nei mesi successivi alla lettera che Rol scrisse a Regge, il quale non ne ha mai fatta menzione, per ragioni facilmente immaginabili. La dichiarazione di Giordano, intervistato da Nicolò Bongiorno, può essere visionata qui: https://www.youtube.com/watch?v=mlI0QGDr_v8

Come si è visto, la disponibilità di Rol nella seconda metà degli anni ’80 non è mancata, e questo dopo averla già data in precedenza ad altri, incluso Piero Angela (che era comunque un giornalista, non uno scienziato) a causa del comportamento del quale Rol avrebbe benissimo potuto rifiutare altri incontri con persone manifestatamente scettiche (senza contare l’età: incontrò Angela piú che settantenne negli anni ‘70, e Regge ancora nel decennio successivo, ottuagenario). Quando Rol era in vita dunque, non fu possibile alcuna sperimentazione scientifica non certo per la sua mancanza di disponibilità, ma per i solidi pregiudizi e il disinteresse a stare ad ascoltare le sue esigenze psicologiche e per la distanza incolmabile tra due mondi diversi e lontani, la metodologia scientifica classica (scossa peraltro nel corso del XX secolo dai principi e dalle nuove regole della meccanica quantistica, dalle teorie della complessità e da altre teorie soprattutto biologiche) e quella che si potrebbe definire la metodologia iniziatico-spirituale ortodossa, antica di millenni, congiuntamente ai fattori psicologici e psichici specifici e necessari per la riuscita degli esperimenti.

Stando a Rol tuttavia questi due mondi in futuro si incontreranno. Va detto in merito ai principi iniziatici – imprescindibili per la comprensione di una parte delle motivazioni di Rol – che per la stessa ragione per cui non sarebbe concepibile mettere un jet supersonico nelle mani di un bambino, o usare testi universitari in prima elementare, la sua scienza, che era Scienza Sacra, presupponeva e presuppone un alto grado di responsabilità cosí come maturità sia cognitiva che emozionale, e chi vuole apprendere deve avere la disposizione mentale giusta, comprendere la necessità di ridimensionare l’ego, non avere interessi personali, secondi fini o superficiale curiosità, sviluppare qualità come l’intuizione, l’immaginazione, la spontaneità e via dicendo. Un Maestro come Rol aveva la stessa responsabilità che hanno i genitori nei confronti dei figli, soprattutto quelli piccoli. Quindi: prima di passare alla fase piú profonda della meccanica degli esperimenti di Rol, un aspirante “allievo” avrebbe dovuto fare molta strada sul cammino della elevazione spirituale e della osservazione oggettiva della realtà, scevro da pregiudizi e non condizionato dalla sua forma mentis precedente. Rol sosteneva che chiunque, nelle sue condizioni, sarebbe stato in grado di fare i suoi stessi esperimenti. Il fatto è che occorre raggiungere quelle condizioni. In una conversazione registrata negli anni ’70, parte del ns. archivio audio (22 ore) e pubblicata nel ns. Il simbolismo di Rol (2008), Rol dice al giornalista Remo Lugli: «Guarda Lugli, se tu avessi vent’anni e se io sapessi che ho i mezzi per mantenerti senza che tu abbia da studiare [lavorare], io ti metterei sotto, e nel giro di dieci anni [«anche quindici», dirà poco dopo] ti metterei in grado di fare tutte le cose che faccio… ». Oltre alla preparazione degli “esaminatori” di Rol, che quindi avrebbero dovuto essere persone preparate e con le quali lui avesse instaurato un rapporto di amicizia e confidenza continuativo, un elemento essenziale per la riuscita degli esperimenti era il fatto che Rol dovesse sentirsi a proprio agio e non vincolato a un condizionamento psicologico come il dover effettuare un certo esperimento, o ripetere a più riprese lo stesso schema di esperimento per raggiungere un risultato prestabilito. Il suo stato d’animo era un elemento fondamentale per la dinamica degli esperimenti, e non potrebbe essere altrimenti dal momento che è implicata la coscienza – e più specificatamente quella chiamata da Rol coscienza sublime – e c’è una relazione imprescindibile tra questa e la materia, tra questa e il tempo, tra questa e lo spazio, ecc. La coscienza sublime è un po’ come il famoso negozio di cristalleria dove sarebbe meglio non far entrare gli elefanti. (Per un ulteriore punto di vista significativo, si veda anche il video da me pubblicato sull’incontro del 6 settembre 1972 tra il giornalista Remo Lugli (1920-2014) e il prof. Carlo Castagnoli (1924-2005), importante fisico italiano già ai vertici della Società Italiana di Fisica di cui diverrà presidente negli anni successivi. Castagnoli aveva conosciuto e frequentato G.A. Rol l’anno precedente. Lugli – che aveva incontrato Rol solo il giorno prima e ancora non lo aveva frequentato – voleva conoscere la sua testimonianza e opinione di scienziato: https://www.youtube.com/watch?v=orBtP_Foark )