PARAPSICOLOGIA VS GUSTAVO ROL (DI SIMONE-terza parte)

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lettera di Rol a Di Simone, del giugno 1970, a proposito del n. 2 di Informazioni di parapsicologia:

«Non mi fa piacere, certamente, che l’esperienza dei miei esperimenti si vada “decantando” di già. La Sua mente, così aperta alle cose più alte, il Suo pensiero in costante travaglio e finalmente quello spirito di osservazione, sempre attento e vigile, non mancheranno di “lavorare” in Lei quel po’ che ha veduto o sentito venirle da me. E sarò lieto il giorno in cui mi dirà: “ho compreso”. Quanto felice sarei se potessi darle una formula, una regola, una qualunque cosa suscettibile di metterla in grado di abbreviare la strada e di abbreviare quei concetti – (quelle verità) – che sono già alla portata di chiunque, massime di chi, come Lei, è tanto dotato! La scienza è un meraviglioso tentativo: doveroso affrontarlo a costo di qualunque sacrificio, ma attenzione! Ben presto la scienza è fredda e in antitesi con la Materia Spirituale che anima tutto il “meraviglioso” che c’è in noi e fuori di noi. Di qui la grande speranza che poi altro non è che l’anticipazione della certezza: tutto ci appartiene alla condizione di saperlo riconoscere – (non discernere) – perché la verità non ha alternative di sorta né consente alcun compromesso».

Di Simone incontrerà Rol una seconda volta nel marzo 1972, quindi una terza nell’autunno dello stesso anno. Il 10 dicembre 1972 esce l’articolo sul settimanale Grazia della giornalista Luciana Jorio. In esso troviamo scritto:

«Rol mi mostra una lettera del professor Di Simone, direttore del centro di parapsicologia di Napoli, che gli chiede un appuntamento. “Sono richieste inutili”, dice, “perché i miei esperimenti non interessano la parapsicologia, ma investono direttamente le possibilità ‘animistiche’ proprie di ogni individuo”».

Comunque sia, nel marzo 1973 il parapsicologo fu ricevuto per la quarta e ultima volta da Rol, durante tre serate che poi descrisse nuovamente sul periodico del suo Centro. All’inizio della relazione scrive:

«Ancora una volta debbo dire che è difficile definire la personalità di Rol e, soprattutto, la sua posizione nell’ambito della fenomenologia paranormale. Sappiamo tutti che egli respinge le classificazioni parapsicologiche e le qualifiche di mago, medium o sensitivo; eppure, per intenderci, bisogna riconoscere e dire che egli è tutte queste cose … e qualcosa di più. Egli è – al di là di ogni discussione –uno degli esseri umani più dotati di quelle facoltà che scavalcano con i loro effetti le consuete barriere del mondo fisico, psichico e spirituale, fino ad attingere ad una molteplicità di percezioni e di manifestazioni paranormali che lo pongono in una sua particolare dimensione, una dimensione sovrumana dalla quale egli, nella sua essenza che è anche fatta delle cose proprie dell’uomo puro e semplice, ricava anche motivi di amarezza e solitudine. Una solitudine morale, psicologica, che è spesso più cruda e fredda di quella comunque inevitabile degli uomini normali…».

Nella parte finale troviamo queste osservazioni:

«Gustavo A. Rol non ammette lo spiritismo. Egli ha una sua teoria, ma su tale punto siamo divisi, anche perché mi pare di avere capito che egli, negandolo, si riferisca allo spiritismo di maniera, quello dei tavolini a tre gambe e delle infestazioni (poltergeist). Se è così, egli ha mille volte ragione ed io stesso ho attaccato più volte queste minime e degradate forme di manifestazione».

 “Il simbolismo di Rol” di Franco Rol pag. 140-141