PARAPSICOLOGIA VS GUSTAVO ROL (DI SIMONE-prima parte)

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Elaborata da M.P.

 

Alla fine del 1969, probabilmente nel mese di ottobre, il prof. Giorgio di Simone che stava raccogliendo materiale di studio per una inchiesta sui fenomeni paranormali promosso dal Centro di cui era direttore, inviò a Gustavo Rol, così come aveva fatto con alcuni studiosi e altri sensitivi, un questionario in cinque punti per avere anche la sua opinione in merito

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LA RISPOSTA DI ROL…..

Faccio seguito alla mia lettera del 5 cm., mentre La rin­grazio per il primo fascicolo della Nuova Serie di Informa­zioni di Parapsicologia, che ho letto con interesse. Lei lamenta che io sono restio ad espormi, in sede di studio dei fenomeni paranormali, a circostanziate osser­vazioni. È, invece, piuttosto che io non vedo come i miei espe­rimenti di coscienza sublime possano interessare la mate­ria che tanto degnamente occupa le ricerche di codesto cen­tro di parapsicologia. I cinque quesiti che Ella mi pone esu­lano talmente dalla mia conoscenza dei fenomeni ai quali alludono, che mi trovo nell’impossibilità di rispondere ade­guatamente. Mi rendo perfettamente conto del Suo desiderio e sin­ceramente mi rammarico di non essere in grado di soddi­sfarLa e di contribuire, così, alla fatica del Centro che El­la presiede. In tutta franchezza io non mi ritengo dotato di qualità paranormali od almeno di prerogative che possano farmi includere nei soggetti che offrono motivo di studio. Né pos­so affermare di aver avuto particolari contatti col PN, dal momento che tutta la mia vita si è sempre svolta in una naturale atmosfera di costanti “possibilità” ove non sareb­be difficile stabilire quali siano le più notevoli. Fin da giovanissimo mí sentii portato ad un’osservazio­ne profonda di ogni cosa, anche delle più insignificanti, tro­vandomi così a meditare su di esse, forse nell’istintiva ri­cerca del rapporto tra gli avvenimenti ed i fattori che li com­pongono e dei legami che intercorrono fra cosa e cosa pro­prio come le fibre dello stesso tessuto. Mi trovai così a conseguire un’abitudine mentale ove l’intuizione ed il ragionamento collaborano in stretta ar­monia nella ricerca di quella verità Unitaria alla quale mi sembrano tendere, in nobilissima gara, l’Etica, la Politica, le Arti e tutte le scienze in genere. Era quindi inevitabile che io mi spingessi oltre le nor­me consuetudinarie del vivere e mi adoperassi per una ne­cessità inderogabile ad agevolare il mio cammino con mez­zi che Lei definirebbe paranormali, mentre io li considero di natura strettamente ortodossa. Non esiste quindi un mio “incontro” col PN, termine che mi suona estraneo, in quanto io ritengo che a chiun­que segue la strada da me percorsa vengano offerte le mie stesse possibilità.

Prevedo il di Lei legittimo dubbio ed anche la Sua in­credulità di fronte a spiegazioni così semplicistiche; mi af­fretto allora a precisarLe che l'”osservazione profonda dí ogni cosa” comporta l’inserimento di una determinata co­sa nella visione di un Sistema Universale in rapporto al va­lore ed alla funzione della cosa stessa. Accedendo quindi a questa forma di “conoscenza” il pensiero viene a trovarsi necessariamente ad essere intin­to di quelle particolari essenzialità per le quali acquisisce le “possibilità” cui sopra accennavo e che autorizzerebbe­ro ad ammettere l’esistenza di un PN, mentre invece è la più legittima “normalità” che si manifesta. Di qui il sorgere di facoltà delle quali mi è dato dispor­re solamente quando pervengo a riconoscerne la reale na­tura, per accoglierle allora con responsabile consapevolez­za e coscienza. A questo punto Lei potrà obiettare che è proprio attra­verso lo studio del PN che tale meta è raggiungibile, ma io non esito ad affermare, almeno per quanto riguarda i miei esperimenti di coscienza sublime, che ogni ricerca in quel­la direzione si troverebbe in antitesi con la sorgente spon­tanea di una conoscenza giustificata dalla natura divina ed eterna dell’uomo. Il di Lei Centro si muove verso un pro­prio obiettivo e, per realizzarlo, si appoggia alla ricerca scientifica ed allo studio. Io mi chiedo, però, come sareb­be possibile applicare queste ricerche ai miei esperimenti di CS, alla base dei quali a Voi interesserebbe conoscere l’o­rigine… meccanica degli stessi.

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Il n. 1 di Informazioni di parapsicologia cui Rol fa cenno, era uno scritto piuttosto provocatorio e polemico. Di Simone voleva stuzzicare Rol per indurlo a prendere contatto con lui. Tra le altre cose, si esprimeva in questi termini:

«A questo punto abbiamo la precisa sensazione che lo stesso Rol non abbia chiaro il meccanismo che in lui si mette in moto e determina i fatti … Perché si rifugia in formule assurde che negano, ad esempio, che la verità sia fatta per l’uomo?. Sul piano psicologico il contrasto tra questo atteggiamento e l’apparente potenza della personalità rolliana è stridente, inaccettabile! Cosa c’è di sostanzialmente diverso dalle arcinote manifestazioni medianiche se non il loro eclettismo e un’apparente volontarietà? Cosa diversifica la teoria dello “spirito intelligente” dalla pura e semplice teoria dello spirito? … L’ombra, fotocopia di un uomo ex-vivente, la funzione che pensa, agisce! … Ci rifiutiamo sul filo della più elementare logica di dare il benché minimo valore ad una teoria che si qualifica da sé, attraverso le proprie interne incongruenze e assurdità concettuali e logiche. A contatto con dimensioni sconosciute siamo abituati a ben altro rigore e, nello stesso tempo, a ben altra armonia e semplicità! I vacillanti puntelli teorici di G.A. Rol possono impressionare chi non è diversamente esperto e provveduto, non certamente noi.

 

continua…….

 “Il simbolismo di Rol” di Franco Rol 131-134