PARAPSICOLOGIA VS GUSTAVO ROL (GIORGIO DI SIMONE – parte quinta) : IL PATTO

Siamo giunti quasi al termine di questa serie PARAPSICOLOGIA Vs GUSTAVO ROL, ho scelto di dividere in più parti l’evoluzione del “rapporto” con  Giorgio Di Simone, forse perché il più’ significativo ed anche quello più interessante e meritevole di essere menzionato. Il libro scritto anni più tardi è un opera più matura ma non dal punto di vista lessicale o terminologico, piuttosto di presa di coscienza dove vi sono alcuni passi che son più o meno espliciti sull’incertezza da parte di una “materia” che è in evoluzione, non certo una scienza, con ammissioni alcune palesi, altre meno, le quali fanno comprendere anche ad un lettore a digiuno di nozioni per entrambi gli argomenti (psicologia e universo Rol) che questi due mondi sono solo a volte, in apparenza secanti se si abbandona la metodologia scientifica, ma per lo più vanno in maniera parallela. Di Simone nella sua onestà parla anche di «fenomeni non ancora “ufficialmente” contemplati dalla parapsicologia».

Giorgio di Simone, scrive:

«Secondo la mia opinione, sulla quale ho potuto riflettere a lungo, e tenendo anche presente la mia ampia e “vetusta” esperienza nel campo, in Gustavo A. Rol agivano due forze distinte che a volte interagivano. Egli era straordinariamente dotato di un potere psichico che aveva la possibilità-limite di penetrare nell’intima struttura della materia, riuscendo a modificarla sotto la guida inconscia (e forse a sprazzi cosciente) di una profonda intelligenza volitiva. Ma, per me in maniera indiscutibile, egli era anche seguito da personalità spirituali di elevato livello ed ovviamente invisibili.Con questi due potenti mezzi di azione, di cui in parte egli era anche strumento, soprattutto nell’ambito spirituale, Rol è andato ben oltre gli schematismi e le classificazioni in cui prima la Metapsichica, poi la Parapsicologia, hanno creduto di racchiudere le potenzialità della psiche e dello spirito. Ed è per questa ragione – da lui certamente intuita, se non addirittura compresa – che Gustavo respingeva le varie qualifiche che molti volevano attribuirgli. Egli andava al di là delle riduttive accezioni di “sensitivo” e di “medium”. Per questa stessa ragione egli non poteva accettare le definizioni di una castrante parapsicologia, né rientrare nella “ideologia” dello spiritismo».

(Di Simone, G., “Oltre l’umano. Gustavo Adolfo Rol”, 2009, p. 155-156)

 

PER CONCLUDERE….

 

«Mercoledì 21 settembre 1994. Sono a Roma da mia figlia Gloria che, tra l’altro, per anni ha sperato di conoscere Rol. L’indomani, giovedì 22, lascio Roma in treno, nel pomeriggio, perché debbo raggiungere Arezzo dove mi attende, per il venerdì 23, un Convegno di Parapsicologia (…) che debbo dirigere.
Verso la metà del pomeriggio, mentre la sera sta già calando su di una monotona campagna attraversata da quel treno semideserto, sento improvvisamente crescere in me la tristezza che già mi aveva preso a Roma, nella mattinata. È tanto forte che mi chiedo cosa possa essere accaduto, poi un pensiero assolutamente irrazionale scavalca tutti gli altri: “Ma cosa vado a fare ad Arezzo?! …”. È un controsenso inspiegabile.

L’indomani, il Convegno è iniziato da poco, quando in un intervallo mi giunge la notizia riportata dai giornali: Gustavo A. Rol è morto alle 10.30 del giorno prima! È ora inutile che io tenti di descrivere la tumultuosa folla di pensieri e di sentimenti che mi sommerse, dopo quella notizia caduta lì come una folgore a ciel sereno. Sì, certo, Gustavo aveva ormai 91 anni, la sua “dipartita” non poteva tardare, la voleva anche lui, ma io continuavo a pensarlo senza età, senza tempo, come le sue rose…
Tornato a Napoli, ecco la telefonata di G. Carlo: è agitato. Devoto come era di Rol, si sente forse ancora più smarrito di me. Dice che sperava di incontrarmi al suo funerale, ne è rimasto deluso, e debbo spiegargli che non ne avevo saputo niente, fino alla mattina del 23 settembre, quando era ormai troppo tardi per andare a Torino, dove invece G. Carlo si era precipitato, avvertito non so da chi…
Poi, in un giorno diverso, più calmo, mi racconta il suo episodio che chiude anche per lui l’arco dei rapporti umani con Gustavo, con un passo, un passo appena nell’Oltre.
Il sabato 17 settembre (quindi pochi giorni prima della morte di Rol) Giancarlo, da Napoli, fa mentalmente un accordo con Gustavo (ma in quel momento l’accordo è unilaterale!): chi muore prima tenterà di avvertire l’altro. In termini di Ricerca Psichica, questo accordo viene chiamato “patto oltre la morte” e, stranamente, sembra che quasi sempre il “patto” venga rispettato. A questo proposito esistono casi storici.

Nella notte tra il 22 e il 23 settembre, Giancarlo sogna Rol in una gloria di Luce – così mi racconta – un Rol trasfigurato, sereno, che ad un tratto gli dice: “Ecco, ho risposto alla tua richiesta…”. Il “patto”, ancora una volta, è stato rispettato».

Ci sentiamo infine di affermare che Di Simone è il parapsicologo che ha meglio conosciuto e compreso Rol, oltre ad essere l’unico ad avergli dedicato un libro.

(Di Simone, G., “Oltre l’umano. Gustavo Adolfo Rol”, 2009, p. 132)

Il miglior giudizio che ha espresso l’architetto Di Simone è stato nel periodico « Informazioni di parapsicologia » n. 2 del 1973:

« Sappiamo tutti che egli respinge le classificazioni para­psicologiche e le qualifiche di mago, medium o sensitivo, eppure, per intenderci, bisogna dire e riconoscere che egli è tutte queste cose… e qualcosa di più. Egli è al di là di ogni discussione, uno degli esseri umani più dotati di quelle facoltà che scavalcano con i loro effetti le consuete barriere del mondo fisico, psichico e spirituale, fino ad attingere ad una molteplicità di percezioni e di manifestazioni paranor­mali che lo pongono in una sua particolare dimensione, una dimensione sovrumana dalla quale egli, nella sua essenza, che è anche fatta delle cose proprie dell’uomo puro e sem­plice, ricava anche motivi di amarezza e solitudine. Una solitudine morale, psicologica, che è spesso più cruda e fredda di quella comunque inevitabile degli uomini normali, nelle profondità del loro io, del loro essere funzionalmente staccati, individuati come io cosciente, isolato in una realtà universale. Da questa dicotomia emozionale e psicologica, concettuale ed esistenziale, derivano Le reazioni di Rol, spes­so non tutte comprensibili e le apparenti contraddizioni del suo comportamento.» (“il simbolismo di Rol” pag.141)