SPIRITISMO VS GUSTAVO ROL (RELIGIONE) 5°PARTE-FRANCO ROL(2)

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TRATTO DAL “IL SIMBOLISMO DI ROL”

«Gli “spiriti intelligenti” sono in grado di memorizzare la vita che hanno vissuto, densa quindi di avvenimenti e di fenomeni, sia in proprio, sia per trascendenza, costituendo così una catena ininterrotta che giunge sino a noi». (pag. 231)

Quel «in proprio» si riferisce specificatamente alla «cellula biologica» del proprio ceppo familiare, quella che Guénon ha chiamato «memoria ancestrale», e che include anche la memoria recente dell’esperienza di vita di un dato individuo; mentre «per trascendenza» dovrebbe riferirsi a tutti gli altri casi, ovvero agli «elementi psichici provenienti dalla disintegrazione di individualità umane anteriori», così come a quelli di esseri ancora viventi. Quel «per trascendenza» potrebbe essere forse più comprensibile se reso con «per trasferimento», proprio come si trattasse di files, con l’analogia download/upload che abbiamo fatta in precedenza. (pag. 251)

……….Ma ci si potrebbe spingere anche più in là: dal momento che il DNA è composto di molecole, e le molecole sono composte di atomi, e questi da sub-particelle, e considerando che non abbiamo alcuna idea di quale sia il livello di profondità in cui viene registrata la memoria psichica ancestrale, chi può escludere che la registrazione non avvenga a livello sub-atomico? Se le cose stanno così, allora acquista un senso più completo l’affermazione di Rol secondo il quale «niente si crea e niente si distrugge. Tutto quello che esiste ed è esistito continua a essere presente nello spazio in forma di energia. Se si impara a scartabellare le schede dell’archivio dell’universo, ci si riesce a mettere in contatto con tutto quello che è esistito e che esiste. Io ho imparato a fare questo ma sono certo che un giorno tutti riusciranno a comportarsi come me». (pag. 255)

Nel 1951 scriveva: «Altrove ho detto che nulla si distrugge ma tutto si accumula. La mela che Sempronio mangiava il 16 luglio 1329, esiste tuttora, non meno di quando era attaccata ai rami dell’albero e prima ancora che l’albero esistesse né col 16 luglio la sua funzione venne a cessare, poiché nel tutto che si accumula ogni cosa rimane operante, Dio e i suoi pensieri essendo la medesima cosa e non potendo un aspetto separato di questa cosa modificare la natura della cosa stessa. Dio è eterno e inconsumabile, onnipotente e multiforme e noi, parte di Dio, siamo la stessa cosa che Dio». (pag. 256)

Dal momento che lo spirito intelligente non è altro che l’aggregato degli elementi psichici di cui sopra, ne consegue che anch’esso sia «soggetto a dissolversi», e questo perché lo spirito intelligente, insieme al corpo, rientra nel dominio dell’individualità umana considerata nella sua integralità, e non ha a che vedere con l’essere reale e imperituro, cioè l’“anima”. Guénon scrive che «l’individualità umana, anche nelle sue modalità extra-corporee, deve necessariamente subire l’effetto della scomparsa della sua modalità corporea, e del resto, vi sono elementi psichici, mentali o d’altro tipo, che hanno una ragione d’essere soltanto in relazione all’esistenza corporea, per cui la disintegrazione del corpo deve comportare la disintegrazione di questi elementi, che vi rimangono legati e che, di conseguenza, sono anche abbandonati dall’essere al momento della morte intesa nel senso ordinario della parola». (pag. 270)

Quanto ai modi e ai tempi di questa dissoluzione dello spirito intelligente è lo stesso Rol a fornire delle indicazioni significative, che si legano al discorso generale da noi fatto a proposito della memoria. In una registrazione inedita di cui diamo integrale trascrizione nell’Appendice II, Rol accenna alla costituzione tripartita dell’essere umano di anima, spirito e corpo. Egli afferma che la prima è immortale, mentre il secondo, lo spirito, così come il corpo, sono mortali. La mortalità dello spirito è però diversa da quella del corpo:

«Allora lo spirito è immortale. Immortale… che cosa vuole dire? che non ha un limite di mortalità come nel corpo; ma ha la sua mortalità. Come? Finché sia percepibile. Cosa vuole dire? Prendiamo degli spiriti. Lo spirito di mio padre. È percepibile? Sì, perché io ne parlo, ho i suoi ritratti, ne ho sentito parlare. Lo spirito di mio nonno, è percepibile? Sì, perché io non l’ho conosciuto, ma ho i suoi ritratti, e ne ho sentito parlare. Lo spirito del mio bisnonno, è percepibile? Sì, perché io non l’ho conosciuto, ne ho sentito parlare, ancora, ed ho dei ritratti. Trisnonno, quadrisnonno, quintisnonno, andando indietro a ritroso. Arrivo a un certo momento e mi dico: il Rol, che è da padre in figlio indietro di sette generazioni, se io non ho l’albero genealogico, l’albero delle famiglie nobili, che tengono… io non ho più la percezione. C’è dei libri del ‘500 che c’è scritto Manfredi Rol, c’è Gustavo Rol, Gustavo Adolfo Rol… milleseicento eccetera.

Allora lì ho ancora la percezione perché c’è ancora una memoria. Questa percezione, serve a qualcosa? Sì, serve a tener legato il loro spirito – spirito intelligente – il loro spirito a me, per la memoria.

Alessandro il Magno con la mia famiglia ha niente a che fare… Però lo spirito di Alessandro il Grande… o di Filippo il Macedone, o di Ramses, hanno da fare ancora con me? Sì, perché io storicamente so che sono esistiti. Ma, se io vado indietro, io so che l’uomo remoto che la storia mi ha insegnato coi libri di scuola, è l’esistenza di un individuo che si chiamava Sargon primo re dei Sumeri, che teneva le mani così… C’è ancora, con me ha da fare perché so che è esistito. Quel fatto di sapere che è esistito ha un’influenza ancora, ha ancora un’influenza. Cessa l’influenza dello spirito sulla Terra quando… non ha più nulla a che vedere con coloro che abitano la Terra».

Il discorso ci pare sufficientemente chiaro ed è quindi inutile che vi insistiamo. Rileviamo comunque che il modo di esprimersi di Rol, per chi non fosse stato sufficientemente attento alle sue spiegazioni, avrebbe potuto facilmente essere frainteso, così come lo sarebbe stato per chi ad esempio non avesse avuto occasione di ascoltare il suo discorso integralmente ma gli avesse sentito parlare di spirito solo in un senso generale, cosa che d’altronde era sua consuetudine con le persone che egli frequentava saltuariamente. E in effetti nella bibliografia rolliana si trovano spesso confusioni tra anima e spirito o tra spirito e spirito intelligente.