PARAPSICOLOGIA VS GUSTAVO ROL (DI SIMONE-seconda parte)

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Nicola Riccardi invia una lettera all’architetto napoletano:

«Appena Rol ha letto la sua opinione pubblicata un po’ in fretta, si è affrettato a un passo che non fa mai: mi ha telefonato per dirmi che riteneva che la sua prosa fosse una presa in giro verso di lui. In un’altra lettera a Di Simone, del 17 marzo 1970, Riccardi scrive: «Le pagine che lei gli ha dedicato nell’ultimo numero di IP lo hanno amareggiato profondamente, anche se si è subito accorto che in lei aveva preso il sopravvento il direttore di rivista che da una importante sorgente non riesce ad ottenere risposta ad un questionario che è stato onorato da studiosi come Bender e Eisenbud . L’azione difensiva del dr. Rol verso i “maltrattamenti” stampati su IP, consiste nell’invitarla quando vuole, con un assistente, qui a Torino per una seduta di intervista e di esperienze».  “Il simbolismo di Rol” di Franco Rol pag. 120-121

Di Simone conclude la sua citazione:

Sul retro della lettera di Riccardi, Gustavo Rol aveva aggiunto, con la sua fotografia, le frasi seguenti: “Egregio dr. Di Simone, non avevo affatto messo a punto il questionario inviatomi. Sono veramente spiacente di tutto quanto è successo. Il bravo Rappelli ha detto troppo o troppo poco… In ogni modo io spero di vederla a Torino per quella dimostrazione che tanto desidera. Suo dev.mo G.A. Rol”. Il 25 e il 26 marzo Di Simone era finalmente a Torino. Di quel tanto desiderato incontro fece una relazione nel numero 2 di Informazioni di parapsicologia, dove tra l’altro scriveva: «é per me innanzitutto doveroso riprendere qui il discorso iniziato sotto il titolo “Opinioni”, dopo il mio recentissimo incontro con il dr. Rol di Torino. Soprattutto per rendere giustizia all’elevato aspetto umano e spirituale della sua vicenda; al di là di una polemica i cui termini sono superati dalla consapevolezza ormai raggiunta di ciò che nel profondo anima le parole e l’azione dell’eccezionale protagonista di eventi che per il loro intimo, valido significato, si pongono in una dimensione extra-scientifica». «Ho una certa annosa esperienza diretta di fenomeni paranormali, soprattutto nel campo della “trance ad incorporazione”, ma è stata questa la prima volta che ho avuto modo di constatare in un vivente, perfettamente sveglio, l’eccezionale potenza di azione della mente sulla materia…»“Il simbolismo di Rol” di Franco Rol pag. 136-137

Poco più di una settimana dopo il loro incontro, il 4 aprile 1970, Rol inviava a Di Simone un’altra lettera:

«(…) Effettivamente la Sua permanenza a Torino è stata troppo breve. Lei avrà compreso che a quelle cose si accede a gradi e non v’è preparazione scientifica che possa sostituire l’intuizione anche se la favorisce in misura immensa. Per quanto riguarda invece i miei esperimenti, voglia credermi, Caro ed Egregio Amico, è solamente attraverso una pratica intuitiva che si può giungere a comprendere ed a realizzare quei fenomeni che a nessuno è dato insegnare od apprendere pedagogicamente. Trovo giusto, legittimo ed onesto il Suo desiderio di ricorrere a metodi puramente obiettivi e scientifici e mi auguro che se la cosa è possibile sia per Lei quella la chiave che Le dischiuda la porta di un così ermetico forziere. Me lo auguro, a me che ho battuto una via tanto differente, la fatica è stata, glielo confesso, tremenda e solitaria. Per quanto le mie odierne possibilità giustifichino tanto travaglio, non mi sentirei mai di augurare ad un mio figlio o ad un amico un simile destino; è vero che la contropartita è meravigliosa, però saprebbe chiunque accettare l’annullamento della propria personalità? Solamente le sofferenze altrui – e che possiamo a volte alleviare – compensano di tante rinuncie … Lei mi dirà che questo è moltissimo, ed è vero, ma più che sanare corpi malati è dovere grande e gioia immensa iniziare tante coscienze alla luce, distogliendole da quella tenebra alla quale sembrerebbero votate. No, no, non invidi in me queste facoltà, dal momento che Lei stesso le possiede anche se in diversa espressione ma in assai larga misura. (…). Ma se ciò non bastasse, tutta la Sua vita, le Sue ricerche, le Sue ansie di conoscere, di sapere, di operare mi hanno rivelato in Lei un essere destinato a trovare il giusto orientamento verso quella Realtà divina alla quale fa cenno nella Sua lettera. Sarò quindi sempre lieto di avere con Lei quei rapporti suscettibili di ampliare le Sue elevate capacità. Non conosco il Suo libro sul guaritore Andalini e ritengo debba essere molto interessante… Pur ringraziandola vivamente, non desidero leggerlo. Rifuggo in genere da tutta la letteratura che tratta argomenti metapsichici, poiché nulla – e questa è la mia maggiore preoccupazione – deve distogliermi da questo continuo affanno che mi trova costantemente impegnato all’osservazione spontanea di ogni cosa. È qui che io tento di trovare i mezzi per realizzare quei progressi ai quali appoggio tutto il mio lavoro» (“Il simbolismo di Rol” di Franco Rol pag. 139-140)

Un commento analogo e più esteso Di Simone lo aveva fatto il 31 maggio 1970, in un’altra relazione poi pubblicata su Metapsichica:

«Sapevo che fosse difficile scrivere del dott. Rol di Torino e delle sue eccezionali facoltà paranormali, ma, da quando ho avuto la fortunata occasione di incontrarlo, mi sono reso conto che è ancora più difficile scrivere di lui dopo averlo conosciuto di persona. E ciò per varie ragioni, non tutte esprimibili… Il fatto è che non si sa da dove iniziare un discorso, che potrebbe portare molto lontano, e sconfinare dai limiti imposti dal tempo e dallo spazio» Di Simone nel 1975, dopo averlo incontrato ormai numerose volte: «…un uomo diverso, completamente diverso dagli altri, sia per ciò che può fare più degli altri, sia perché umanamente, interiormente la sua vita può difficilmente essere paragonata a quella di chiunque altro».(“Il simbolismo di Rol” di Franco Rol pag. 138-139)

 

continua…….