PARAPSICOLOGIA VS GUSTAVO ROL (DI SIMONE-quarta parte)

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Elaborata da M.P.

 

Comunque Di Simone, già nel 1975, riconosceva i limiti del suo campo di indagine, scrivendo:

«Gustavo A. Rol… esprime una sua cifra caratteristica nel rigettare con forza la qualifica di “medium” o, peggio, di “mago”; come pure respinge decisamente qualunque tentativo di sperimentazione scientificamente controllata svolta nei suoi confronti, e questo semplicemente perché non gliene importa nulla della parapsicologia o di rimanere nella storia della Ricerca Psichica come illustre “cavia”, come una cavia d’oro…

Se sul momento tale atteggiamento può lasciare un profondo disappunto nei ricercatori ansiosi di aggiungere una così rara perla alla loro rigorosa collezione, rendendoci però consapevoli di certe esigenze umane così spesso trascurate negli esperimenti di laboratorio e pensando alla relatività delle cose della Terra, non possiamo che rispettare la volontà rolliana che indubbiamente deriva da due considerazioni fondamentali: la prima è che le nostre qualifiche e classificazioni nel campo parapsicologico sono tuttora insufficienti, precarie, estremamente limitative e quindi non esprimono mai le realtà indicate; la seconda è dovuta alla piena e tormentata coscienza che ha Rol del valore trascendentale dell’impegno particolare che egli svolge grazie alla presenza dei suoi “poteri”, un impegno verso l’umanità che non soffre di essere misurato e deviato dai suoi obiettivi nel nome di una ortodossia scientifica che finora ha accumulato fatti su fatti – ed è positivo – rimandandone però continuamente una possibile “spiegazione” tramite legittime ipotesi di lavoro per incapacità intrinseca e per insufficienza metodologica.

Ma l’avallo dei fatti determinati dalla “psi” rolliana è indiscutibile. Una serie interminabile di persone qualificate in ogni campo della cultura, sorreggono questo avallo di fondo con la loro testimonianza, con il loro controllo spontaneo, estemporaneo degli esperimenti che hanno visto svolgersi sotto i loro occhi»«………posso affermare che veramente questi chiari, tranquilli eppure grandiosi fenomeni che si svolgono con un mezzo così mondano come le carte da gioco, rappresentano un ponte consapevolmente lanciato oltre la materia, oltre tutto il sensibile ed il noto, per l’ennesima affermazione di un Principio spirituale di fronte al quale la Scienza, così come la intendiamo – questa Scienza inevitabilmente incompleta elaborata per i nostri immediati bisogni di uomini della Terra – non può che inchinarsi, delimitando forzatamente il proprio, ahimè troppo ristretto, campo d’indagine: un campo che, comunque, siamo ben lungi dall’aver tutto dissodato!». (“Il simbolismo di Rol” di Franco Rol pag. 142)

nel suo libro (Oltre l’umano, p. 31) del 1996 Di Simone scrive:

«Quell’articolo di oltre venticinque anni fa, se da un lato rappresentava una vera provocazione, dall’altro poteva indurre Gustavo ad un silenzio totale, ad una rottura di qualsiasi rapporto con me. Come il lettore avrà già capito, oggi il mio pensiero è mutato di molto e su molte questioni. Venticinque anni di esperienze, anche penose e di maturazione interiore, non passano invano, e oggi debbo pienamente riconoscere che quell’articolo era eccessivamente “pesante” nei confronti di Rol, per quanto giustificato dal desiderio di farlo uscire “allo scoperto”!. È anche ovvio che io, allora, nel 1970, ancor prima d’incontrare Gustavo, dovessi nutrire qualche dubbio su di lui, pur non essendo uno scettico aprioristico, dato che già da decenni m’interessavo – essendone convinto razionalmente – di comunicazioni medianiche di elevato valore: “dottrine”, se vogliamo chiamarle così, basate realmente su logica e razionalità, e in virtù delle quali, anche oggi, la teoria di Rol non è convincente; a meno che – come per altri aspetti della questione – quella sua teoria non fosse un’ulteriore “copertura” di auto-difesa»  “Il simbolismo di Rol” di Franco Rol pag. 134

 

CONTINUA….