SPIRITISMO VS GUSTAVO ROL (RELIGIONE) 1° PARTE

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        Cari lettori si comincia a scendere più nel particolare, sino ad ora il blog si è occupato di svariate categorie di argomenti, prendendo sempre spunto dalle parole di Gustavo Rol  e tessendo come una trama un ordine logico per esprimere la sua filosofia, il pensiero, la personalità ed al contempo cercare di eliminare fraintendimenti per via di errori bibliografici. Oltre a tale impostazione vi sono stati degli approfondimenti correlati per materia e dato un giusto peso anche allo scetticismo, anche se quello scientifico o folcloristico di alcuni illusionisti lasciano il tempo che trovano, in quanto si sono concentrati sugli esperimenti, che sono solo stati un mezzo per Gustavo Rol per trasmettere un messaggio più importante l’esistenza e l’appartenenza a Dio.

          Quando si parla di Gustavo Rol e si legge una delle sue massime ossia lo spirito intelligente e poi si correda con le serate durante il quale faceva degli esperimenti, il linguaggio verbale si tramuta in matematico e se 2+2 fa 4, allora Gustavo Rol era uno spiritista, peggio ancora un medium, credeva nella reincarnazione altro che cattolico!!!

Cominciamo prima come introduzione di capire passo passo cosa intendesse G.A.R. per spirito, spirito intelligente, cosa pensava dello spiritismo, insomma questa sarà la parte più importante del Blog, si ritorna alle origini… In un blog di giovani salesiani che si riconoscono nella Spiritualità Giovanile Salesiana (SGS) e nel suo impegno educativo nel Triveneto,  (salesiano perché prende forma dall’esperienza di Don Bosco e Madre Mazzarello), vi è un articolo molto interessante di Padre Serafino M. Lanzetta, mi sembra un buon inizio.

La serie di articoli che seguirà sono tutti correlati a chiarire il nome della categoria “spiritismo vs Gustavo Rol (all’interno della religione). Buona lettura!!!

C’è qualche differenza tra anima e spirito?

          C’è differenza tra anima e spirito e va colta non nella natura, perché entrambi sono realtà spirituali e quindi in questo convengono, ma nella capacità di aprire l’uomo alla dimensione che va oltre la materia: lo spirito è un di più, è la capacità di arrivare a Dio e di comunicare con Lui. Ogni uomo ha un’anima spirituale, ma solo chi favorisce lo spirito ascolta la voce di Dio.      

1. La distinzione viene sottolineata da S. Paolo, che nella prima lettera ai Tessalonicesi (5,23) – uno dei più antichi scritti neotestamentari, risalente agli anni cinquanta dell’era cristiana – rivolgendosi ai cristiani di quella comunità dice: «Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo». «Tutto quello che è vostro» indica ciò che appartiene propriamente all’uomo, ciò che lo costituisce come tale. Quello che ci appartiene è il nostro corpo e la nostra anima insieme allo spirito. In che senso però anima e spirito si distinguono? Dicevamo che la loro differenza non va vista nell’essenza: sono la stessa dimensione spirituale dell’uomo, ma nella diversa finalità che hanno. L’anima è la forma del corpo, il principio vitale dell’uomo, lo spirito, invece, la parte più nobile dell’anima, la sua capacità di elevarsi al di sopra del finito e spingersi fino a Dio. Lo spirito fa sì che l’anima si protenda verso le realtà spirituali.           

2. S. Agostino, nella Lettera 238 a Pascenzio (un seguace dell’eresia di Ario), spiega che «nelle Sacre Scritture si chiama spirito anche una parte distinta dell’unica anima d’una stessa persona. Ecco perché l’Apostolo dice: Tutto il vostro essere, spirito, anima e corpo, sia conservato per il giorno della venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Così in un altro passo sta scritto: Se pregherò con la lingua, il mio spirito prega ma la mia intelligenza resta priva di frutto. Che farò allora? Pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con l’intelligenza (1Cor 14, 14-15). Quando al contrario diciamo Spirito Santo in un modo tutto proprio, usiamo questo termine in relazione al Padre e al Figlio poiché è lo Spirito di essi» (n. 2.15). Così si comprende, ancora una volta, che lo spirito è una parte distinta della stessa anima. Mentre lo Spirito (Santo) è la terza persona della SS. Trinità, uno con il Padre e il Figlio.  Nelle lettere paoline, in modo più ricorrente, abbiamo un parallelismo oppositivo tra carne e Spirito, tra una vita vissuta in modo materialistico e la vita nuova, a cui il cristiano è chiamato, corroborata dal soffio vitale dello Spirito di Dio (cf. ad esempio Rm 8,4; Gal 5,16). Qui Spirito sta per la Persona divina che muove con la sua grazia il nostro spirito; ci dona non uno spirito da schiavi ma da figli adottivi, e ci fa rivolgere a Dio chiamandolo Padre (cf. Rm 8,14-17). Si diventa figli di Dio per mezzo dello Spirito di Dio che agisce nel nostro spirito e ci rende conformi a Cristo.          

 3. Abbiamo parlato dello spirito. Ora chiediamoci anche: che cos’è l’anima? Potremo cogliere più in profondità il nostro essere persone spirituali se vediamo che in noi c’è l’anima. Lo spirito nobilita l’anima ma la presuppone. Potremmo dire in modo molto semplice così: l’anima è la mia identità umana di persona razionale e libera, cosciente e riflessiva. Essa si manifesta in noi – non si vede o si tocca perché è spirito – mediante le sue funzioni spirituali: quando penso, amo, scelgo, decido, ahimè odio, ho rancore. La mia anima specifica e contraddistingue il mio essere. Mi fa veramente essere perché solo con la mia anima posso raggiungere le dimensioni più grandi della vita. Pensiamo all’amore, alla capacità di amare e di essere amati, al perdono: un’esperienza singolare della mia anima. Per questo Gesù ci dice: «A che serve guadagnare il mondo intero se poi perdi la tua anima?» (cf. Mc 8,36).  Se salvo l’anima faccio vivere lo spirito. E solo allora vivo veramente.

Padre Serafino M. Lanzetta

       A causa della loro stretta connessione, le parole “spirito” e “anima” vengono usate scambievolmente (Ecclesiaste 12:9; Apocalisse 6:9); cosicché, in un punto della Scrittura la sostanza spirituale dell’uomo viene descritta come l’anima (Matteo 10:28), in un altro come spirito (Giacomo 2;26). Quando Dio fece l’uomo lo trasse dalla polvere, ma se Dio non lo alitava con il Suo Spirito per dargli vita sarebbe restato un corpo inerme. Quindi lo Spirito di Dio servì a dare vita al corpo di Adamo e così vivere liberamente nel giardino dell’Eden, libero e senza peccato.

      Quindi non solo Paolo, ma anche altre parti della Scrittura parlano di anima e spirito come concetti completamente diversi, senza confondere però lo spirito con lo Spirito Santo (che è la Terza Persona del Dio Trino). Questa differenza era nota alla teologia e alla tradizione ebraica ed è stata trasmessa, naturalmente, a quella cristiana attraverso gli apostoli.

il linguaggio della Scrittura ci testimonia tre realtà diverse parlando di corpo, anima e spirito. Ci serviremo per capire meglio di tre versetti biblici: Genesi 2,7; Luca 1,46-47; Ebrei 4,12.

  • In ebraico, anima si dice nefesh (נפש) e spirito si dice ruach (רוח).

  • In greco, anima si dice psyché (ψυχή) e spirito si dice pnèuma (πνεύμα).

Genesi 2,7 – “…allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente”.

Quando Dio crea Adamo, pone in lui qualcosa che le altre creature non hanno. Solo dell’uomo infatti è scritto che Dio soffiò un alito di vita, mentre degli altri animali, che pure sono esseri viventi, è scritto semplicemente che furono creati. L’uomo ha una predilezione dal Signore, poiché è fatto ad immagine del Figlio.  Il testo dei Settanta rende meglio il concetto. L’alito di vita che Dio soffia nell’uomo non è l’anima, ma lo spirito, perché è scritto che l’uomo divenne un essere vivente, ma più correttamente è scritto che divenne un’anima vivente. Quel soffio di vita è ciò che rende l’anima dell’uomo vivente, ma non vivente nel senso biologico, bensì nel senso di immortale. Non a caso ruach (in ebraico) e pnèuma (in greco), le parole per indicare lo spirito, sono anche sinonimi di soffio, vento. Dio aveva creato l’uomo già con corpo ed anima, ma è lo spirito che lo rende vivente. In particolar modo, rende l’anima vivente.

Cosa è allora l’anima, secondo la Bibbia (e anche secondo il Magistero della Chiesa)? E’ la mente dell’uomo, ma non solo, è ciò che rende gli esseri appunto “animati”. Anche gli animali in questo senso hanno l’anima: da qui la parola anima-li. Ma solo l’uomo ha lo spirito, solo l’uomo è reso vivente, cioè immortale. “Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi” (Matteo 22,32).

Luca 1, 46-47 – “Allora Maria disse: L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore”.

All’inizio del Magnificat, Maria pone una differenza tra anima e spirito. E’ scritto che l’anima magnifica il Signore, mentre lo spirito esulta in Lui. Sono due azioni differenti nella loro natura.

Magnificare significa lodare, è quindi un atto razionale (mente), mentre esultare significa gioire, è quindi un atto emotivo (spirito). Maria ci insegna che Dio va adorato in entrambi i modi, confermando quanto indicato nel Decalogo: “Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” (Deuteronomio 6,5). Qui lo spirito, la componente emotiva ed immortale dell’uomo, è indicato con la parola simbolica cuore, ma è appunto differenziato dall’anima.

Ebrei 4,12 – “Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore”.

La differenza tra anima e spirito è resa ancor più evidente in questo versetto. L’autore della lettera agli ebrei scrive addirittura che anima e spirito sono separati in un punto. Effettivamente è così: la psiche (anima, o mente) ha sede nel cervello, ha quindi una sede fisica, è responsabile della componente umana razionale, ma c’è un punto di divisione, scientificamente insondabile, fisicamente non percepibile, che separa ed allo stesso tempo unisce l’anima allo spirito, che rappresenta la parte più emotiva ed “irrazionale” di noi.

Quindi….

“Dio il Signore formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente.” Genesi 2:7.