SPIRITISMO VS GUSTAVO ROL (RELIGIONE) 3° PARTE RENE’ GUENON

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René Guénon è considerato il massimo interprete occidentale del pensiero tradizionale nel secolo XX.

Biografia

René Guénon nasce a Blois in Francia il 15 novembre 1886. Dopo la maturità liceale nell’ottobre del 1904 si trasferisce a Parigi per seguire un corso di matematica superiore che interrompe nel 1906 probabilmente a causa della sua salute malferma. Dal 1909 al 1912 pubblica i suoi primi articoli sulla rivista “La Gnose”. Dopo il matrimonio con Berthe Loury entra nell’Islam e assume il nome di ‘Abd al-Wahîd Yahia (“Giovanni Servo del Dio Unico”). Nel 1913 collabora con la rivista cattolica “La France Antimaçonnique”, firmandosi con lo pseudonimo La Sfinge. Due anni dopo ottiene la laurea in lettere e nel 1916 il diploma di studi superiori in filosofia che insegnerà a Saint-Germain-en-Laye. Continuerà l’insegnamento a Setif, in Algeria per poi tornare al collegio di Blois. Nel 1919 si dimette dall’insegnamento per dedicarsi ai suoi studi. I suoi primi libri, “Introduction generale l’Etude des Doctrines Hindoues” (Introduzione generale allo studio delle dottrine indù) e “Le Theosophisme, Histoire d’une PseudoReligion” (Il Teosofismo, storia di una pseudo-religione), dove denuncia le imposture della Società Teosoficaentrambi stampati nel 1921. Nel 1923 pubblica “L’errore dello spiritismo”, in cui confuta con risolutezza lo spiritismo. L’anno successivo esce “Oriente e Occidente”, in cui traccia le linee per un’intesa tra l’élite intellettuale occidentale e orientale. Dal 1924 al 1927 collabora alla rivista cattolica “Regnabit”, dando alle stampe nel frattempo molti libri tra cui: “L’Uomo e il suo divenire secondo il Vêdânta”, “La crisi del mondo moderno”, “Il Re del mondo”, “Autorità spirituale e potere temporale”.

……..e proprio a “L’errore dello spiritismo” che ci riferiamo riportando questo brano dove risulta sia evidente una descrizione dello spirito intelligente di Gustavo Rol, sia l’inconsistenza dello spiritismo in se o per essere più precisi le “molli” fondamenta sul quale si basa.

«Fra tutte le pratiche magiche, le pratiche evocatorie sono quelle che, presso gli antichi, furono l’oggetto delle interdizioni più categoriche; era tuttavia noto, allora, che quelli che si potevano evocare realmente non erano “spiriti” nel senso moderno, e che i risultati a cui si poteva aspirare erano in definitiva di un’importanza molto inferiore. Come sarebbe dunque stato giudicato lo spiritismo, nella supposizione, del resto falsa, che le sue affermazioni corrispondano a qualche possibilità? Era ben noto – intendiamo dire – che quel che può essere evocato non rappresenta l’essere reale e personale, ormai non più raggiungibile, poiché passato a un altro stato di esistenza..., ma soltanto il complesso degli elementi inferiori che l’essere ha in qualche modo lasciato dietro di sé nel piano dell’esistenza terrestre – in seguito a quella dissoluzione del composto umano che noi chiamiamo morte. Si tratta, come abbiamo già detto, di quelli che gli antichi latini chiamavano i “mani” e a cui gli ebrei davano il nome di ob, nome sempre usato nei testi biblici quando si tratta di evocazioni, e da alcuni scambiato a torto per la denominazione di una entità demoniaca. In realtà, la concezione ebraica della costituzione dell’uomo concorda perfettamente con tutte le altre; e servendoci, per spiegarci meglio su questo punto, di corrispondenze prese dalla terminologia aristotelica, diremo che non solamente l’ob non è lo spirito o l’“anima razionale” (neshamah), ma neanche l’“anima sensitiva” (ruahh), e neppure l’“anima vegetativa” (nephesh).

«…non è allo spirito che l’ob rimane legato direttamente e immediatamente, bensì al corpo, ed è per questo che il linguaggio rabbinico lo chiama habal de garmin, ovvero “respiro delle ossa”; è proprio quel che consente di spiegare i fenomeni che abbiamo segnalato in precedenza. Pertanto, ciò di cui si tratta non assomiglia per nulla al “perispirito” degli spiritisti, né al “corpo astrale” degli occultisti, che si suppone rivestano lo spirito stesso del morto; d’altronde esiste un’altra differenza fondamentale, non trattandosi assolutamente di un corpo: esso consiste, se vogliamo, in una forma sottile, che può solamente assumere un’apparenza corporea illusoria manifestandosi in certe condizioni, da cui il nome di “doppio” che gli diedero a suo tempo gli egizi. Del resto si tratta effettivamente solo di un’apparenza sotto tutti i punti di vista: separato dallo spirito tale elemento non può essere cosciente nel vero senso della parola, ma possiede nondimeno una parvenza di coscienza, immagine virtuale, per così dire, di quella che era la coscienza vivente; e il mago, quando rivivifica quest’apparenza imprestandole ciò che le manca, dà temporaneamente alla sua coscienza riflessa una consistenza sufficiente per ottenere risposte quando la si interroghi, come avviene in particolare quando l’evocazione è fatta per uno scopo divinatorio, ciò che costituisce propriamente la “necromanzia”».

P.s. chi vuole leggere il brano “spirito intelligente” può cliccare qui

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Credo che ora sia chiaro l’errore dello spiritismo e l’illusione degli spiritisti, ma chiariamo anche la posizione di G.A. Rol oltre al brano suddetto :

  • Tutto ciò che sin qui si è pensato e si è fatto nel campo del soprannaturale è ben lungi dalla verità. I concetti che si hanno sullo spiritismo e, soprattutto, sulla reincarnazione sono inadeguati se non addirittura falsi.(Io sono la grondaia…”, cit., p. 144 )

  • Lo spiritismo, inteso come la pratica sin dallo scorso secolo, deve essere considerato alla sola stregua di un esperimento scientifico, non mai, come una manifestazione di cose soprannaturali. Se l’uomo crede di potersi mettere in relazione con l’anima di altri uomini previssuti, sia pure attraverso lo speciale stato fisiologico di un “medio”, s’illude.(Errore dello spiritismo, p. 83).

  • Noi siamo spirito reso materia.

  • Tutto è vivo, anche la materia, e tutto ha uno spirito. Ogni oggetto ha sempre una storia rapportata alla sua funzione. Anche quando questo oggetto va distrutto, resta la storia del suo passato, resta il suo “spirito”. Passando dalle cose inanimate e dagli animali all’uomo, lo spirito si accresce dell’attributo intelligente. Rol, G.A. (Allegri, R.) I pennelli si muovono da soli, Gente, 26/03/1977, p. 12; Allegri, R., Rol l’incredibile, p. 55; Rol il mistero, p. 57; Rol il grande veggente, p. 108.
  • Per noi lo “spirito intelligente” non è l’anima – soffio divino che alla morte si libera del corpo e torna a Dio – ma quel qualcosa di particolare che rimane sulla Terra, come una fotocopia della scheda segnaletica personale, comprendente funzioni e pensiero, dell’individuo. Questo “spirito intelligente” può essere ancora operante dopo la morte della persona. Dibattito sui fenomeni…, cit., p. 25; ripreso in parte anche in Lugli, cit., pp. 26-27.

  • Sovente a mi è accaduto di venire in rapporto con “spiriti intelligenti” di persone viventi. (Dibattito sui fenomeni…, cit., p. 26.)

 

…… Quindi ritiene illusi gli spiritisti, i concetti sul quale si basano, falsi e inadeguati e non crede nemmeno alla reincarnazione.

Lo spirito intelligente a cui si riferisce Rol è un ‘energia sottile, se proprio non vogliamo utilizzare il suo lessico, non ha una valenza religiosa, cioè da quanto scritto si capisce che parliamo di ben altro e non di uno degli elementi del trino spirito -corpo-anima in senso cristiano-cattolico.

Ma andiamo avanti, Rol dice che sovente è venuto in rapporti con “spiriti intelligenti dei vivi” , cominciamo a vacillare ? Lasciamo parlare Rénè Guénon (….continua)