SPIRITISMO VS GUSTAVO ROL (RELIGIONE) 4° PARTE RENE’ GUENON

 

Riprendiamo… parlare dello spirito intelligente dei viventi vanifica quanto detto precedentemente? No, rafforza, in quanto non si riferisce allo stesso piano concettuale, se Rol avesse usato il termine residuo energetico intelligente oggi non ci sarebbero tanti post come questo, ma soprattutto tante sciocchezze scritte in passato, la terminologia spirito associata alla qualità intelligente è una accostamento voluto, perché Rol di formazione cattolica (aveva studiato dai gesuiti), se ne serviva insieme al concetto di coscienza sublime per mettere in evidenza la grandezza di Dio, attraverso noi come sue creature.

N.B. questi post aiuteranno ad aumentare la cognizione della filosofia di G.A.R , ma soprattutto a calmierare le urla mediatiche e giornalistiche di penne laiche che d’improvviso si trasformano in cattolici di passaggio. ROL ERA IN COLLISIONE CON LO SPIRITISMO E COLLUSIONE PER L’UTILIZZO TERMINOLOGICO MA NON FILOSOFICO SPIRITISTA.

A conforto della   possibilità che Rol aveva di fare esperimenti con lo spirito intelligente di persone viventi, leggiamo con Guènon questo passo:

«chi ammette che sia possibile evocare i morti (intendiamo l’essere reale dei morti) dovrebbe ammettere che sia egualmente possibile, e anzi più facile, evocare un vivente (…). Ora è notevole il fatto che gli spiritisti insorgano violentemente contro la possibilità di evocare un vivente, e sembrino trovarla particolarmente temibile per la loro dottrina; noi, che neghiamo qualsiasi fondamento a quest’ultima, ammettiamo al contrario tale possibilità (…).

«…se un uomo vivente può essere evocato, rispetto al caso del morto vi è differenza, in quanto, trattandosi ora di un composto non dissociato, l’evocazione raggiungerà necessariamente il suo essere reale; essa può dunque avere conseguenze ben altrimenti gravi sotto questo aspetto da quella dell’ob, il che non significa che quest’ultima non ne abbia anch’essa, ma di altro ordine. Esaminando le cose sotto un altro aspetto, l’evocazione dev’essere possibile soprattutto se l’uomo è addormentato, poiché è proprio allora che si trova, quanto alla sua coscienza attuale, nello stato corrispondente a ciò che può essere evocato».

Guénon fa poi considerazioni sulla medianità

«In India, quando succede che si manifesti spontaneamente quella che gli spiritisti chiamano medianità (diciamo “spontaneamente”, perché nessuno cercherebbe mai di acquisire o di sviluppare una facoltà del genere), si ritiene che si tratti di una vera e propria calamità per il medium e per l’ambiente circostante; il popolo non esita ad attribuire al demonio fenomeni di quest’ordine, e le stesse persone che ritengono in una certa misura che intervengano i morti considerano solamente l’intervento dei preta, cioé degli elementi inferiori che rimangono legati al cadavere, elementi rigorosamente identici ai “mani” degli antichi latini e che non costituiscono affatto lo spirito. In ogni luogo, del resto, i medium naturali furono sempre considerati dei “posseduti” o degli “ossessi”, secondo i casi, e ci si occupò di essi solamente per cercare di liberarli e di guarirli; solo gli spiritisti hanno fatto di quest’infermità un privilegio, e cercano di mantenerla e coltivarla, o addirittura di provocarla artificialmente, e fanno segno di una incredibile venerazione gli infelici che ne sono afflitti, anziché considerarli oggetto di pietà o di repulsione. (…). Il medium, qualunque sia la natura degli influssi che si esercitano su di lui e per mezzo suo, dev’essere considerato un vero e proprio malato, un essere anormale e squilibrato; poiché lo spiritismo, lungi dal porre rimedio a tale squilibrio, tende con ogni mezzo a estenderlo, deve essere denunciato come nocivo per la salute pubblica…». «Il medium è un essere che una disgraziata costituzione mette in contatto con tutto ciò che vi è di meno raccomandabile in questo mondo, e anche nei mondi inferiori. Nelle “influenze erranti” dev’essere egualmente compreso tutto ciò che, provenendo dai morti, è capace di dar luogo a manifestazioni sensibili, trattandosi di elementi che non sono più individualizzati: appartengono a questa categoria lo stesso ob e, a maggior ragione, tutti quegli elementi psichici di minore importanza che costituiscono “il prodotto della disintegrazione dell’inconscio (o meglio del ‘subconscio’) di una persona morta”; aggiungeremo che, nel caso di morte violenta, l’ob conserva per un certo tempo un grado tutto particolare di coesione e di semivitalità, e ciò permette di spiegare un buon numero di fenomeni».

 Uno scritto di Rol chiarisce meglio questo contesto :

«più che mai sono convinto dell’importanza della coscienza sublime, quale mezzo inderogabile per avvicinare e conoscere, nella loro vera natura, tutti gli altri fenomeni che, fin qui, nei tentativi dei cosiddetti spiritisti non sono andati oltre al capitolo della medianità. Ma come si comporterebbe lo spiritista, se avendo improvvisamente superato il limite delle sue possibilità, si trovasse ammesso al cospetto di avvenimenti i quali già fanno parte delle prerogative dell’anima, libera, potente e dotata di tutti i suoi attributi divini? Ed avrebbe mai potuto raggiungere lo spiritista, questo walhalla del desiderio dove la scienza si inchina al genio o dove il genio, ancora, trema della sua esiguità al cospetto dell’Eterno, assoluto e perfetto? La coscienza sublime non è un’arma a doppio taglio, perché esclude nella sua essenza ogni speculazione metafisica».(Io sono la grondaia…”, pp. 128-129)

sulla medianità : Quando mi venne chiesto di esprimere il mio pensiero a proposito della medianità e dello spirito non ho esitato a rispondere che ogni individuo possiede un certo potenziale di medianità. Sul significato di questa parola però ho posto delle riserve di ordine etico e biologico. (G.R. Una vita di prodigi, cit., p. 3 – preambolo)

Dunque assunto che lo spirito intelligente non è lo spirito divino, ne quello canonico che segue l’anima nelle sue vicissitudini post mortem, ma una sorta di fotocopia della scheda segnaletica personale, comprendente funzioni e pensiero, dell’individuo. Su questo argomento torneremo nel prossimo post con un parallelismo eccezionale di Franco Rol.

Ora per finire ci occuperemo prima della mortalità dello “spirito intelligente”:

«lo spirito è immortale. Immortale… che cosa vuole dire? che non ha un limite di mortalità come nel corpo. Ma ha la sua mortalità» Cessa l’influenza dello spirito sulla Terra quando… non ha più nulla a che vedere con coloro che abitano la Terra».

 (….continua…….)