SPIRITISMO VS GUSTAVO ROL (RELIGIONE) 5°PARTE-FRANCO ROL(4)

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Considerazioni aggiuntive su spiritismo e “spirito intelligente” dal libro “il simbolismo di Rol”

Pier Lorenzo Rapelli : «ho voluto interrogare il dott. Rol ponendogli questa domanda: “Non vede lei un parallelismo fra gli esperimenti ove si rivelano gli ‘spiriti intelligenti’ e gli indiscutibili risultati ottenuti nelle sedute medianiche?”. Egli mi rispose: “Non ho dimestichezza con quella dottrina e riterrei ingiusto esprimere un giudizio sulle sedute medianiche. Sovente mi è accaduto di venire in rapporto con ‘spiriti intelligenti’ di persone viventi. Non so se ciò avvenga anche nelle sedute medianiche”» (pag.259)

 a Renzo Allegri, Rol scriveva: «Quando si parla di ‘spirito intelligente’ bisogna pur fornire qualche spiegazione, altrimenti si ricade in quei concetti di spiritismo, di medianità che non fanno parte delle mie conoscenze». (pag.259)

A Giorgio di Simone nel 1970 scriveva: Rifuggo in genere da tutta la letteratura che tratta argomenti metapsichici». Comprendiamo bene questo punto: anche noi siamo allergici a questa letteratura e non ci è mai interessata, sia perché tratta essenzialmente di fenomenologie medianiche di bassa lega (vere o false che siano), sia perché, come abbiamo già visto, vi si trova un approccio metodologico anti-metafisico, e perché non vi si trova nulla che possa essere ricondotto a un qualche insegnamento autentico, nella migliore delle ipotesi avendosi solo dei plagi o dei simulacri saccheggiati dalla tradizione. (pag.259)

Alfredo Ferraro scriveva: Quello che intendiamo sottolineare non è solo che Rol fosse estraneo allo spiritismo sia da un punto di vista teorico che pratico, ma anche che egli lo aborrisse e lo avesse aborrito sempre decisamente, perché completamente estraneo al suo modo di essere e al suo modo di sentire e vivere la spiritualità. (pag.260)

Massimo Inardi nel 1975 parla di «quel suo costante disprezzo per tutto ciò che sa di spiritismo, di medianità o di parapsicologia» Pitigrilli riferisce che una volta Rol, negli anni ’40, gli disse: «Ti occupi di spiritismo? Sei indegno che ti insegni queste cose. Non ti voglio più vedere» presente anche nel suo libro “Gusto per il mistero”  (pag. 260)

«Detesto lo spiritismo, come lo si intende, come è praticato». Con questa sola frase egli rigetta sia la teoria («come la si intende») che la pratica («come è praticata»), vale a dire medium, trance, sedute, etc.. (pag. 264)

Un altro brano scritto sempre da Rol, e complementare a quello appena visto, lo troviamo nel 1977 su Gente:

«Ogni cosa ha il suo “spirito”: una pietra, una foglia, un oggetto, anche le cose apparentemente inanimate. Vede questo lapis? Ebbene la ragione di essere e la funzione di questo lapis rimarranno registrate nella storia dell’universo: sarà scritto come è stato prodotto, venduto e acquistato; chi se ne è servito, le parole che ha tracciato, eccetera. Così, anche quando il lapis non ci sarà più, è come se esistesse una scheda al nome di questo oggetto e su questa scheda fosse registrata la “vita” del lapis. Nella valutazione dell’universo, anche questa matita ha e avrà la sua importanza». Emerge qui un terzo aspetto, dopo quello degli «spiriti intelligenti di viventi» Si capisce quindi come diventi un po’ arduo, per gli spiritisti, ammettere che si possa “evocare” anche lo spirito di un pollo, di una barbabietola o di una spilla per capelli…. (pag. 265)

Quanto alla «scheda» di cui parla Rol, vi aveva già accennato Pier Lorenzo Rappelli nel riferire il suo pensiero:

«Per noi, lo “spirito intelligente” non è l’anima – soffio divino che alla morte si libera dal corpo e torna a Dio – ma quel “qualcosa” di particolare… che rimane sulla Terra a prova e riprova dell’esistenza e dell’inconsumabilità di Dio. Lo “spirito intelligente”, complesso di funzioni e di pensiero, rimane quasi come la fotocopia, la scheda segnaletica personale di un individuo». (pag. 266)

Rol quindi aggiunge:

«Ho definito “spirito intelligente” l’attributo massimo conferito alla persona umana. Ad essa vengono trasmesse possibilità inimmaginabili per le quali, attraverso un processo di libera scelta, l’uomo è in grado di riconoscersi nella propria natura divina. Agendo in questa atmosfera, ove l’armonia ed il senso morale non possono avere alternative,, l’uomo, autentico “procuratore di Dio”, è in grado di compiere qualsiasi prodigio. E questo il principio dell’eternità». (pag. 266)

In un altro scritto già visto nelle pagine precedenti, Rol diceva che «nel tutto che si accumula ogni cosa rimane operante, Dio e i suoi pensieri essendo la medesima cosae noi, parte di Dio, siamo la stessa cosa che Dio». (pag. 266)

Questo significa che ogni avvenimento nell’universo viene registrato e conservato in un eterno presente, dimensione, o meglio stato accessibile a chi abbia realizzato questo “eterno presente” dentro di sé. Gli avvenimenti dell’universo (o degli universi) sono tracce che rimangono nella mente di Dio così come i ricordi sono tracce che rimangono nella nostra memoria. Gli “spiriti”, nelle loro varie gradazioni di complessità fino a quelli “intelligenti”, sono appunto le tracce, i ricordi, le schede dell’archivio cosmico, i “libri della vita” nella biblioteca di Dio. Si comprenderà quindi come in questa prospettiva siamo ben lontani dallo spiritismo, che al confronto non è più che una (brutta) favola.