SCETTICISMO 2° PARTE : ROL VS SILVAN

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LE 10 PRINCIPALI FAKE NEWS DEGLI SCETTICI di Franco Rol, 30 settembre 2019

2) Rol si è sempre rifiutato di ricevere il prestigiatore Silvan, perché lo avrebbe scoperto

Tenendo bene presente il punto precedente, sarà facile giungere a capire per quale ragione Rol si fosse rifiutato di ricevere Silvan (che lo aveva contattato telefonicamente negli anni ‘70). Non perché fosse un illusionista, ma perché non era persona gradita. Silvan era solamente interessato ai fenomeni, che lui considerava a priori performances di illusionismo, tenendosi comunque aperta la possibilità che potesse trattarsi di “poteri” autentici, nel qual caso avrebbe cercato di capire e di carpire come questo potesse essere possibile, per usarli o tentare di usarli a fini personali di spettacolo (come in qualsiasi ambito, anche gli illusionisti fanno a gara a chi sia il piú bravo) ma anche – e come non potrebbe essere? – per il proprio potere personale, come tenterebbe di fare un mago nero o aspirante tale. Durante la trasmissione Porta a Porta del 5 giugno 2003 dedicata a Rol aveva dichiarato:

«Ho conosciuto tanti di quei sensitivi in vita mia soprattutto per curiosità, ma anche per apprendere, perché se ci fosse stato qualcuno che avesse realmente posseduto queste doti, avrei cercato di impossessarmene». Una affermazione che crediamo si commenti da sola.

Si può vedere il video con qualche altra nostra considerazione qui: https://www.youtube.com/watch?v=_Zox_3brMUk Nell’ottobre 1978 andò in onda su RAI 1, nel programma della domenica Tg L’Una, quella che è passata alle cronache come la “sfida” di Silvan a Rol, la versione cabarettistica di «se sei figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane»… Quando Rol seppe di questa “sfida“, ne rimase amareggiato e sconsolato. Così la giornalista G. Dembech riferiva: «Riguardo alla sfida lanciata da Silvan, sappiamo che mentre andava in onda la trasmissione, lo studioso era a letto con una febbre che lo tormenta da alcuni mesi; glielo abbiamo comunicato il giorno seguente, facendogli presente che avrei scritto un articolo rovente in merito. “L’errore che ha compiuto Silvan” mi ha detto “è già di per un grave addebito che grava su di lui, è inutile infierire maggiormente con altre parole”».

(Silvan sfida Rol, Torino Playtime, 02/12/1978)

Piero Angela in un suo libro che non merita menzione, scriveva: «Il nostro bravo Silvan ha cercato invano di farsi ricevere da Rol. Ha persino rifatto in televisione alcuni suoi “esperimenti” (come per esempio una firma tracciata in aria che appare misteriosamente su una carta in un mazzo sigillato).Lo ha anche pubblicamente sfidato, mostrando in una trasmissione televisiva (TG l’una) una straordinaria “lettura in un libro chiuso”, ancora più inspiegabile di quelle che fa Rol: questo esperimento” è stato interamente filmato, e il giornalista Stinchelli ancora oggi si chiede come sia possibile un trucco (e ciò conferma che non basta la cinepresa per capirlo).1 Allora perché Rol non vuole permettere che Silvan, o un altro esperto, assista a una sua seduta?» (abbiamo già risposto…)

Sulle affermazioni di Piero Angela, oltre a quello che diremo anche piú avanti, rimandiamo a quanto ho già abbondamente scritto sul sito che curo: http://gustavorol.org/index.php/it/contro-gliscettici. L’illusionista Massimo Manca nel 2001 commentò su un periodico locale del Cicap: «La famosa “telefonata” di Silvan che sfidò in televisione Rol rappresentò da parte del decano dei maghi italiani uno stunt pubblicitario». Silvan, che non era riuscito ad ottenere i “poteri”, quantomeno si consolava con ciò che gli stava molto a cuore: la pubblicità personale. L’esatto contrario di Rol, che mai l’ha cercata (sue rare interviste furono per rettificare dicerie sbagliate e approfittare per divulgare le sue idee spirituali. Rol inoltre non ha mai scritto alcun libro, e l’unico uscito su di lui quando era in vita, del giornalista R. Allegri, non lo aveva autorizzato). Infine, è quasi superfluo aggiungere che uno a casa propria invita chi vuole, e non è certo obbligato a invitare qualcuno con intenzioni diverse dall’amicizia.