POSSIBILITÀ’ : MATERIALIZZAZIONE E SMATERIALIZZAZIONE DI OGGETTI (Giovanni Paisiello -3° parte)

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(Giovanni Paisiello -3° parte)

L’episodio dello spartito «venuto dal nulla» ebbe un seguito molti anni dopo, nella primavera del 2002. Una violinista piemontese, Vera Anfossi, direttore artisti­co dell’Orchestra Filarmonica del Piemonte, orchestra specializzata nell’eseguire concerti e opere liriche nei teatri di provincia, stava cercando musiche inedite o rare per il suo complesso. Con una sua amica, Luisa Miroglio, si era recata nella Biblioteca del Castello di Guarene, in provincia di Cu­neo, di proprietà della contessa Anna Provana di Collegno, dove si trovano parecchi spartiti musicali, e anche addirittura manoscritti, in gran parte sconosciuti.

Luisa Miroglio conosceva, per averla letta, la storia della seduta in casa di Rol, nel corso della quale Paisiello mi aveva regalato Io spartito di una sua canzone. La Miroglio ricordava anche l’immagine di quello spartito, di cui aveva visto la fotografia pubblicata. Così, quando Vera Anfossi le mostrò, tra le varie opere che aveva scelto da esaminare, anche lo spartito di Paisiello, si ricordò della curiosa storia, andò a consultare la foto pubblicata e scoprì che lo spartito era una copia identica di quello misteriosamente arrivato in casa di Rol molti anni prima. Le due amiche, incuriosite dalla coincidenza, dalla storia, e affascinate dalla figura di Rol, raccontavano in giro agli amici quanto avevano trovato. Durante un concerto nel Teatro del Casinò di Sanremo, ne parlarono anche con Ito Ruscigni, responsabile dell’Ufficio stampa del Casinò, il quale conosceva a sua volta la vicenda. Ito Ruscigni è un personaggio mitico. Poeta, saggista, ma anche appassionato di esoterismo. Ha urta mente vulcanica, sempre in ebollizione. Sulla Costa Azzurra è una istituzione. Nonostante il disinteresse dei nostri contemporanei per la cultura, da anni lui cerca di mantenere una tradizione culturale che risale all’anteguerra, i famosi Martedì letterari del Casinò di Sanremo. Si tratta di incontri del pubblico con celebri scrittori italiani e stranieri che parlano dei loro libri e della loro attività letteraria. E, cosa strana e curiosa, quei Martedì letterari riescono a radunare a ogni incontro un pubblico incredibilmente numeroso, con il tutto esaurito in teatro, dando alla cittadina, popolare per il gioco e le canzonette, quel prestigio culturale che la rende famosa e nota anche all’estero. Ruscigni, sentendo il racconto di Vera Anfossi, pensò immediatamente di dedicare uno dei suoi Martedì a quella fantastica vicenda. Con Vera Anfossi, organizzò un concerto nel teatro del Casinò, con l’esecuzione, in prima mondiale assoluta in tempi moderni, di quella musica di Paisiello che sembrava perduta, e chiamò me a raccontare la storia dello spartito «arrivato dal nulla»,, in una serata «medianica» in casa di Rol, il celebre sensitivo torinese.

Ruscigni è un mago dell’organizzazione. Articoli, manifesti, interviste, notizie, suspense, preparò l’incontro destando interesse e curiosità. Quando andai a tenere la conferenza, il teatro era pieno. L’attesa del pubblico altissima. E fu un pomeriggio veramente interessante. Il mio personale interesse però era diverso da quello della gente accorsa a sentire la storia e ad ascoltare quella musica. Io portavo dentro di me un grande dubbio. Pur avendo vi­sto cose mirabolanti negli incontri con Rol, pur avendo una grande stima per quell’uomo, restava, nel mio profondo, il sospetto che fosse un grandissimo illusionista, e che quindi le sue serate fossero abilmente organizzate a tavolino. Sospetto che non sono mai riuscito a scacciare dalla mia mente. Per cui, quando Ito Ruscigni mi telefonò spiegandomi che cosa voleva fare, provai un triste senso di smarrimento. Se era stata trovata un’altra copia di quello spartito, ed era stata trovata a Guarene, in Piemonte, sorgeva il sospetto che Rol, torinese, avrebbe potuto aver sottratto lo spartito in quella Biblioteca e avere poi montato lo spettacolo. Il mio dubbio si acuì quando seppi che Rol conosceva bene la contessa Anna Provana, proprietaria del Castello di Guarene, per aver frequentato la sua casa tenendovi serate memorabili. «Frequentando quella casa» mi dicevo «Rol ha trovato lo spartito di Paisiello, lo ha preso per preparare poi la sua bella serata.» Pensieri indegni, dopo tutto quello che Rol mi aveva mostrato, ma non riuscivo a scacciarli dalla mente. Ero quindi curiosissimo di vedere quello spartito, di sentire da Vera Anfossi la vicenda esatta di come era stato trovato, e anche di ascoltare la musica. L’esecuzione fu straordinaria ed emozionante. Il Gruppo d’archi dell’Orchestra Filarmonica del Piemonte era costituito da giovani professori. Giovane anche il direttore, il maestro Aldo Salvano, e giovane la cantante lirica, il soprano Annamaria Borsi. La musica di Paisiello molto viva, tipi­camente settecentesca, ma graziosissima. Ascoltai il concer­to continuando a pensare alle circostanze strane che avevano riportato alla ribalta quella musica, composta dal giovane Paisiello per una serata di carnevale, e rimasta nel­l’oblio per duecentoquattro anni. Alla fine del concerto andai a esaminare lo spartito. Era identico al mio. Stampato a Venezia da Marescalchi, nella stessa data. Copia perfetta. Con un piccolo particolare, però. Sul mio spartito era scritto, a mano: «A Trieste 12 craitzer»; era cioè indicato il costo con cui si vendeva a Trie­ste. Su quello trovato a Guarene, sempre a mano, ma con grafia diversa, vi era scritto: «In Torino 6 soldi». Il soldo era la moneta in corso a Torino nell’Ottocento.

Quel particolare poteva significare che i due spartiti avessero la stessa origine, ma che quello «recuperato» dallo «spirito intelligente» di Paisiello, in quella famosa serata del 18 febbraio 1977, non proveniva dal Castello di Guare­ne, ma da Trieste. Come Rol mi aveva raccontato, «lo spiri­to intelligente» non va in giro a rubare gli oggetti per gli apporti, ma li prende dove si trovano «smarriti» da tempo, e quindi in pratica non sono più di proprietà di alcuno.