PERSONAGGI : FELLINI (TERZA PARTE) MASTORNA

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PERSONAGGI : FELLINI (TERZA PARTE) MASTORNA

Data: 03/11/1993 Testata: LA STAMPA  Bruno Quaranta
TORINO. Magia delle cifre: Fellini se ne è andato il 31 (ottobre), al 31 di una via che sfocia nel Valentino abita il dottor Rol, l’amico che più e più volte traghettò il regista in altre, superiori dimensioni. Il signor (Otto e 1/2) avrà gradito questa minuta coincidenza, ennesima liaison con il novantenne signore che parole dello stesso Fellini (è un uomo meraviglioso, un’anima bella, ha una sua consistenza umana molto semplice, addirittura provinciale: vive umilmente la vita di tutti) . Qui, nella casa stile Impero, dove può’ accadere di tutto, Fellini saliva una, due volte l’anno, con maggiore frequenza ai tempi di Buzzati. <L’ ultima visita ricorda Rol prima del ‘ 90, prima che morisse mia moglie. Al telefono, invece, ci siamo sentiti ancora di recente, scambiandoci impressioni, umori, incoraggiamenti. Un’ intervista su Federico? Dovrei, per descriverlo, affidarmi altre parole: genialità, intelligenza, bontà . Mi limiterò a una sola: immenso. Non c’ è nulla che possa lenire il dolore. Il pensiero corre a colei che ne è invasa, a Giulietta, l’unica donna degna di stare vicino a Fellini> . Affiorano i ricordi, nitidi, torniti dalla nostalgia: <Federico mi sedeva accanto, cominciavamo a parlare del film che stava nascendo. Poneva domande a cui voleva rispondessi con una parola: ‘ ‘ Lasciati andare mi invitava e di ‘cosa ti viene in mente, non indugiando’ ‘ . E poi: quanti esperimenti abbiamo fatto. Ne sortivano fenomeni che Fellini interpretava a vantaggio del suo lavoro . Esemplifica, il dottor Rol: (Mi venne a trovare, covava un film. Volle che interpellassi tre persone forse destinate a esserne protagoniste. Prendemmo tre fogli di carta bianca e li disponemmo sul tavolo, come se qualcuno fosse seduto di fronte ad essi. Pronunciai le seguenti parole: ‘ ‘Je suis le numero cinq, je desire l’aide de monsieur Ravier’ ‘. Improvvisamente i tre fogli si distaccarono dal tavolo e si misero a svolazzare, tornando poco dopo al loro posto. ‘ ‘ Ho capito disse allora Fellini ciò che ho in mente non va’ ‘ > . Rol, il regista, i film che in queste stanze decollarono o naufragarono. <Ho letto che avrei sconsigliato Fellini di girare Il viaggio di G. Mastorna. E’ inesatto, la carissima Giulietta può confermarlo. Non lasciai nulla di intentato affinché’ un lavoro così meraviglioso vedesse la luce. Purtroppo non mancò chi riuscì a insinuare nel regista e nella moglie il dubbio che realizzandolo si sarebbero tirati addosso la sfortuna> . Una prova che Rol non boicottò Il viaggio di G.Mastorna? <Eccola: mi permisi di apportare una variante al finale. Ma procediamo con ordine. La storia. Un aereo precipita. A bordo vie’ un direttore d’ orchestra. Lui e gli altri passeggeri non s’accorgono di essere morti. Si affannano a cercare i telefoni per tranquillizzare i familiari. Un’ illusione in breve frantumatasi. A Mastorna porgerà la cruda verità una compagna occasionale, accostata in una casa di piacere: ‘ ‘ Sei morto’ ‘ . L ‘ epilogo? Il direttore d’ orchestra, liberato ormai della morte, dell’incubo che è , si ritrova in un grande teatro. Il soffitto si squarcia, appare un cielo di un colore inedito, fondale di una folgorante primavera. È’ facile immaginare come Fellini avrebbe reso per lo schermo la parabola di Mastorna: stupendamente> . Si concede una pausa, il dottor Rol, riagguanta il filo della memoria: <Eccoci al finale. Lo formulai di getto. ‘ ‘ Non ti prometto niente mi avvertì Fellini. E’ molto ben scritto e lo trattengo’ ‘ . Io conservo invece il copione originario di G. Mastorna, me lo donò Federico corredandolo della dedica: ‘ ‘ A Gustavo’ ‘ . Il nuovo finale, dunque: s’intravede come può essere la vita dopo la morte. Diciamo pure, contermini banali: si scorge il paradiso, una parte, almeno> . E’ il paradiso dov’è sconfinato Fellini? Qual e ‘ l’approdo del regista? Concede poco o nulla, Gustavo Rol: <Per rispondere dovrei sapere come Dio mi accoglierà. E se mi riterrà degno di rivedere nell’ Aldilà le persone care> . Il salotto è ormai calato nel buio. Al capezzale del flebile abat jour il volto dell’anziana figura, stretta in una vestaglia grigia, sembra ancora più ossuto. Si riaffaccia Mastorna: <Fellini lo incontrò in due occasioni. Nella prima il sacerdote riminese, vissuto nel Settecento, autorizzò il film. Nella seconda pose una condizione: a Mastorna la morte doveva venire rivelata diversamente, non da una donna di facili costumi. Fu qui avverte Rol che sentii fortissimo il desiderio, quasi un ordine, di reinventare il finale. Lo apprezzò pure Marcello Mastroianni, giunto a trovarmi sospinto, chissà, da Federico. Glielo lessi, spalancò le braccia, entusiasta: ‘ ‘Sarebbe una gloria immensa per Fellini’ ‘ > . In agosto, quando l’icuts colpi’ il regista nella camera 316 (riecco il 31) del Gran Hotel di Rimini, Gustavo Rol si affidò alla Consolata, patrona di Torino, ordinò preghiere, trasmise a Giulietta Masina la speranza intensa della guarigione. Adesso svela: <Ero convinto che Federico sarebbe vissuto ancora alcuni anni. Ma qualcosa è successo, di molto materiale, che gli ha abbreviato la vita> . <Molto materiale>: ovvero? , un riferimento alle cure, al ‘ assistenza toccatagli insorte? <Molto materiale si limita a ripetere Rol . Non è necessario aggiungere, spiegare, scendere nei particolari> . Fuori scivola una pioggia noiosa, le ombre signoreggiano, le sagome di mobili e tendaggi si confondono e s’ intrecciano. Il dottor Rol pare assopirsi, una possibile felicità ne accende il viso: forse <vede>il cielo che fa da sentinella, nello studio cinque di Cinecittà, al suo amico Federico, forse in quel cielo magrittiano riconosce il fondale dell’ estrema scena di G. Ma storna, così come lui, Rol, l’ aveva intuita e come Fellini l’ aveva applaudita.