LA TREMENDA LEGGE : RISVEGLIO (parte prima)

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Elaborata da M.P.

 

Nel libro del Prof. Vincenzo Mercante vi è l’appendice curata da Franco Rol che credo aggiunga chiarimenti importanti al concetto della “tremenda legge” e delle possibilità di G.A.R., per ovvi motivi abbiamo selezionato degli stralci ma ci sarebbe piaciuto pubblicarla integralmente.

Tratto da Gustavo Rol, un maestro spirituale del XX secolo di Franco Rol  (luglio 2005)

(appendice n.2  del libro Il mistero e la fede. Gustavo Rol e padre Pio da Pietrelcina)

 

Rol, nel 1927, quando aveva 24 anni, ebbe una profonda crisi esisten­ziale, coincidente proprio con la sua illuminazione. Si ritirò per tre mesi a Villa Santa Croce, una chiesa-convento sulle colline torinesi. Si trovò a scegliere se prendere gli abiti sacerdotali, oppure vivere una vita normale. Un giorno venne a trovarlo sua madre. Gli fece capire che lui poteva servirsi delle possibilità che aveva sco­perto per aiutare il prossimo, non importa in che forma. Fu allora che comprese di poter essere più utile da “laico” che da sacerdote, trovando nella dimensione laica più strumenti con­soni alla sua personalità e al suo eclettismo.

I “poteri” di Rol sono qui cono­sciuti con il nome sanscrito di siddhi (iddhi in lingua pali, grub­pa in tibetano), vale a dire ‘compimenti’ o ‘perfezioni’. Si trat­ta di possibilità che si incontrano lungo il percorso spirituale. Ve ne sono otto principali:

  • Animan: Lo yoghi, ovvero colui che cerca l’ele­vazione dello spirito tramite le pratiche dello yoga, può rimpic­ciolirsi a piacimento;
  • Mahiman: Può diventare grande a piacimento;
  • Laghiman: Può diventare leggero come il cotone o come una piuma.
  • Gariman: Può diventare pesante quanto una montagna.
  • Prapti: Acquista chiaroveggenza, chia­roudienza, telepatia, potere di guarire.
  • Prakamyan: Può restare sott’acqua o sotto terra quanto vuole, può rendersi invisibile, può entrare nel corpo di un altro (parakaya pravesh), può mantenere una apparenza gio­vanile per lungo tempo.
  • Vashitvam: Può addomesticare gli animali fero­ci e assoggettare gli elementi.
  • Ishitvam: Può ridare la vita ai morti.

Vi sono poi numerosi siddhi minori, come la libertà dalla fame e dalla sete, dal caldo e dal freddo, il poter assumere qualsiasi forma si desideri (kama-rupa), il conoscere passato, presente e futuro (trikala-jnana), il potere della profezia (vak­siddhi), il potersi muovere in qualsiasi luogo istantaneamente (kamachari), il potersi sollevare per aria (vayu-siddhi) e il poter indicare dove è nascosto un tesoro. Tutte queste cose incredi­bili, per chi ha conosciuto Rol, sa che sono possibili. E sono possibili, in teoria, per ogni uomo. Ma ad esse non si deve dare una importanza eccessiva, perché, pur essendo la dimostrazione di una elevazione dello spirito, possono diventare un osta­colo sulla via della realizzazione spirituale, la quale ha come fine il completo distacco dagli interessi terreni e la reintegrazione con l’Assoluto, condizione che i “poteri” possono pregiu­dicare quando ci si attacchi ad essi come a forme di privilegio di cui ammantarsi per eccellere sugli altri esseri umani. Come dice il maestro Patanjiali negli Yogasutra: «Essi sono fenome­ni negativi rispetto all’enstasi*, ma perfezioni rispetto alla dispersione»

Resta ora da accennare alla cosiddetta “legge di Rol”, che egli trascrisse sul suo diario all’età di 24 anni: «Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musica­le ed il calore. Ho perduto la gioia di vivere. La potenza mi fa paura, Non scriverò più nulla!». Sembra che essa rappre­senti un vero e proprio specchietto per le allodole per tutti coloro che si interessano a Rol. In questi anni molti mi hanno chiesto, attraverso il sito internet che curo, che cosa ne pensas­si. Da un punto di vista generale, si tratta essenzialmente di una legge yoga, dove con il termine yoga non intendo limitare questa legge alla tradizione indù, ma solo servirmi di un termi­ne che ritengo il più esplicativo. Il 28 luglio 1927 Rol si tro­vava a Parigi. Dopo due anni di tentativi atti a scoprire le vibrazioni dei colori rosso e nero (servendosi a questo scopo di carte da gioco), trovò una corrispondenza armonica tra un suono, l’accordo di quinta, e un colore, il verde. Questa corri­spondenza non va intesa solo in senso matematico o fisico. Va intesa soprattutto in senso psichico e fisiologico. L’alchimia di suono e colore avvenne nel laboratorio psicofisico di Rol, nella sua interiorità. L’altro elemento, il calore, non è riferito ad un dato esterno, ma ad una condizione interna. Questo calore è lo stesso che la tradizione tibetana conosce con il nome di gTum­mo, «il fuoco dell’integrazione spirituale che fonde tutte le polarità», «uno stato di perfetta unità e completezza interiori, in cui tutte le forze e le qualità latenti nel nostro essere vengo­no ad essere concentrate ed integrate come i raggi del sole nel fuoco di una lente» . Si tratta di un «calore psichico».

Per tornare al momento in cui Rol ebbe il risveglio, si posso­no rilevare due punti importanti. Il primo: che Rol, nonostan­te i suoi approfondimenti di letture religiose, non era sufficien­temente maturo per affrontare indenne quell’esperienza. D’altronde 24 anni sono davvero pochi per aver acquisito suffi­ciente conoscenza di sé. Il secondo: che non ha avuto alcun maestro spirituale autentico prima di quella esperienza Ma l’elemento che più è stato sotto­valutato fino ad oggi, e che nessuno dei biografi ha rilevato, è quello dell’elemento apparentemente esterno alla legge: «La potenza mi fa paura». Possibile che nessuno si sia chiesto che cosa intendesse Rol con il termine «potenza»?. Perché questa legge viene definita «tremen­da»? E perché fa «paura»? Se poi a questi elementi si aggiun­ge che Rol, nelle settimane e mesi successivi inizia ad avere ter­ribili incubi, si comprende che qualcosa di davvero spaventoso e pericoloso gli era capitato. Questo qualcosa era il «risveglio»

**samadhi, è l’esperienza mistica di unificazione, “estasi”, come è stato tradotto da uno dei massimi studiosi di storia delle religioni, Mircea Eliade, con un neologismo che indica uno stato di “estasi interiore”, di “autorivelazione del Sè”.