SPIRITO INTELLIGENTE : Possibilità (VINCENZO MERCANTE)

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Aggiungiamo un altro tassello allo spirito intelligente dal punto di vista concettuale. Il Prof. Mercante prima di gettarsi nell’analisi attenta ed esaustiva del concetto di S.I. secondo Rol e anche con l’aiuto di altri autori,  inserisce preventivamente questo paragrafo, dove spiega attraverso  il pensiero teologico e citazioni liturgiche cosa si intende per spirito e che possibilità abbiano di poter intervenire una volta morto il corpo.

La possibilità dell’intervento degli spiriti

  • “Riguardo agli spiriti disincarnati, conviene soffermarci un istante sulla loro condizione per capire meglio la natura dei loro interventi. Tra la loro dimensione e la nostra c’è un abisso, come, del resto, tra le anime beate e quelle dannate. Nella parabola di Lazzaro e del ricco epulone si legge che “tra noi e voi è stabi­lito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a voi” (Lc 16, 26). Essi vivono in una dimensione dove il tempo fisico cede il passo a un cosiddetto aevum, caratterizzato dalla successione di avvenimenti spirituali. Essendo ovviamente fuori dallo spazio, non possono agire sulla materia in modo naturale e, trattando­si di realtà immateriali, una loro eventuale presenza nel nostro mondo non equivale a una localizzazione, bensì a una manife­stazione locale della loro azione. Per di più, lo spirito creato, essendo limitato, non gode come Dio dell’onnipresenza e, soprattutto, l’anima privata del proprio corpo, non disponendo dei sensi indispensabili al pro­cesso conoscitivo umano, si trova di per sé nell’impossibilità naturale di sapere quanto avviene qui sulla terra.

  • San Tommaso precisa: “Le anime dei morti, per disposizione divina e per il loro modo di essere, sono segregate dal consor­zio dei viventi e aggregate a quello delle sostanze spirituali separate dal corpo. Quindi ignorano le vicende di quaggiù”. Sembra dunque più giusto ritenere con S. Gregorio che le anime dei Santi, ammesse alla visione di Dio, conoscano tutti gli avvenimenti attuali di questo mondo e meglio di quanto lo potevano fare da vivi, ma solo perché li vedono nel Dio che con­templano. Si ritiene che le anime del purgatorio non usufruiscano della stessa capacità, non godendo ancora della visione beatifica. Inoltre le anime disincarnate, prive di qualsiasi forma di mate­rialità, anche la più sottile, come vorrebbero la corrente spiri­tista e la New Age, sono del tutto inaccessibili agli uomini ancora viventi poiché ogni nostra cognizione scaturisce dai sensi; e d’altra parte quelle dovrebbero uscire dalle proprie dimore solo per prendere parte alle umane vicende.

    Ciò non toglie che le apparizioni, di qualunque natura esse siano, possano avvenire o per il fatto che una speciale disposi­zione di Dio vuole l’intervento di certe anime nelle vicende dei vivi — e la cosa va quindi annoverata tra i miracoli di Dio ­oppure per iniziativa degli angeli buoni o cattivi, ma sempre conformandosi in tutto al volere divino. Del resto si ammette la possibilità che talvolta sia concesso anche ai dannati di apparire ai vivi per ammaestrarli, per spa­ventarli, oppure, se si tratta di anime che si trovano in purga­torio, per chiedere suffragi.

  • Infine, conviene ricordare che l’apparizione di un disincar­nato implica la percezione di una forma sensibile o luminosa miracolosamente provocata in noi da Dio senza che l’oggetto percepito sia realmente presente; la teologia cattolica asserisce persino che le stesse apparizioni di Gesù Cristo dopo la sua ascensione o della Madonna dopo la sua assunzione sono pura­mente rappresentative, ossia manifestano una forma sensibile che non è il loro vero corpo; ciò spiega il motivo per cui essi appaiono talvolta in una forma e talvolta in un’altra, e addirit­tura da piccoli o da grandi. Tuttavia, ciò non toglie nulla alla realtà del fenomeno e agli effetti che ne derivano. A sostegno di queste affermazioni si potrebbe citare un’af­fermazione di Santa Teresa, la quale afferma: “Da alcune cose che Gesù mi disse capii che, dopo essere asceso al cielo, non è più disceso corporalmente sulla terra per comunicare con gli uomini se non nel Santissimo Sacramento”‘. La Vergine Maria si manifesta con vari volti: abitualmente con quello mediterraneo, ma pure con quello meticcio, come nelle apparizioni di Guadalupe a Juan Diego, q addirittura con quello nordico nel caso delle apparizioni, riconosciute dalla chiesa locale, dell’Ile Bouchard nel nord della Francia dal’8 al 14 dicembre 1947.

  • Su un altro versante la Rivelazione indica che Dio permette al demonio di metterci alla prova e di agire in vari modi sia sul nostro corpo sia sulla nostra anima. La sua azione sul nostro corpo si concretizza nelle infestazioni o nei rarissimi casi di possessione, in cui il demonio irrompe dispoticamente nella vita di un uomo, muovendo il suo corpo come se ne fosse il pro­prietario. A tale proposito, va ribadito che la natura dei fenomeni legati alla possessione non consente di ridurla sempre alla sug­gestione o a cause patologiche. E di questo fatto la Chiesa è sempre stata consapevole e più di quanto si possa pensare e da tanti secoli passati. Al riguardo, basta ricordare un avvertimento del Sinodo nazionale di Reims del 1583, nel quale si mette in evidenza che più volte coloro che si ritengono preda del demonio hanno più bisogno del medico che del ministero degli esorcisti (riportato in G. ARRIGHI, Spiriti e spiritismo, Boria, Torino 1954, p. 228).

“Oggi si riconduce la pseudopossessione diabolica a un disturbo dissociativo semplice dalla personalità multipla alla schizofrenia, delirio paranoide, disturbo ossessivo-compulsino, fobie, disturbo istrionico di personalità” (G. GAGLIARDI, Stati modificati della coscienza, basi neurofisiologiche della possessio­ne diabolica e studio comparativo con generi diversi di trance, in rivi­sta italiana di ipnosi clinica e sperimentale, n. 40 del 13/12/ 1993)”.