DIALOGHI : UN MESSAGGIO DI SPERANZA

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Dialoghi tratti da “Rol mi parla ancora” 

Rol attraverso questo messaggio esprime la speranza, l’invito ad andare oltre la materia a cercare in noi la forza e la volontà di andare oltre le tendenze morali della nostra umana concezione
UN MESSAGGIO DI SPERANZA
“Oggi è il giorno di pronunciare la parola  gentile che ci viene in mente, di ubbidire agli impulsi di generosità. Le ricchezze spirituali, il disinteresse, l’amore dato a piene mani, questi sono i veri valori.

“Le persone che non hanno bisogno di possedere le cose per goderle, che non sanno cosa sia l’invidia, che traggono gioia dall’arte, dalla bellezza della natura, che sanno sviluppare la propria fantasia o elevare il proprio spirito, sono davvero privilegiate e troveranno l’armonia con il creato e con il principio divino.

“Il segreto della giovinezza è in noi stessi, se sapremo essere ottimisti, altruisti, con una disposizione aperta e giovane verso la vita, se conserveremo un cuore puro, fiducioso, di fanciullo, se continueremo ad amare la poesia della vita, ad avere la fede nell’oltre-vita, attingeremo sempre alla sorgente dell’eterna giovinezza che è in noi.

“Dobbiamo cercare di evitare, nel limite del possibile, i pensieri negativi che possono turbarci o addolorarci, o quelli, ancora peggio, di rancore e odio.

“Quasi sempre non comprendiamo perché quel dolore fisico e morale ci colpisce, però, a volte, dopo tanto soffrire, dalle ferite aperte dell’anima si riesce a spiccare il volo: il dolore ha il potere di liberarci dalla materia.

“Nell’epoca in cui gli dèi passeggiavano sulla terra, gli uomini erano completamente felici. Magli dei sono partiti. Perché il buono e il giusto non sono premiati, mentre il malvagio e l’ingiusto restano impuniti?

“Quello che ci pare ingiusto quaggiù ha già avuto la sua giustificazione nel Sermone della Montagna. Le più belle beatitudini infatti sono state promesse alle sofferenze dei buoni e dei giusti.

“Il cammino dell’uomo non termina quaggiù, la sua vita terrena non è solo una misera scintilla che brilla e si spegne nel breve attimo compreso fra la nascita e la morte, ma il riflesso di un vivido  fuoco  destinato  ad  ardere  per  l’eternità.

“Oltre la morte c’è la Grande Luce che è l’Ombra stessa di Dio, in cui lo spirito si sarà finalmente liberato dalle pastoie della carne e in cui è destinato ad avanzare senza posa all’appagante ricerca degli  infiniti  aspetti  del creato  in  cui  si  infrange  la poetica immagine di Colui che tutto è.

“Questo è un messaggio di grande speranza, anche se non nuovo. Un messaggio che da mondo a mondo, attraverso i più svariati canali, non ultimi quelli medianici, cerca di farsi ascoltare, ma che finora evidentemente non è stato abbastanza compreso e recepito.

“È un tacito invito alla ricerca, è l’incitamento a trovare una vita divina. Si nasce e si muore nel medesimo punto dell’eternità.”
“Si è fatta sera, guarda, è quasi buio. Alza lo sguardo lassù, vedi quella stella? Forse è morta da milioni di anni, ma la sua luce no, cammina eternamente nello spazio e il nostro occhio l’incontra viva. La stella non è morta e nulla muore: ciò che muore cade nella vita.

“Mi vengono in mente le bellissime parole di Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo. Dopo il ballo il principe di Salina esce, guarda il cielo stellato, sente che la sua vita sta per finire e dice: ‘O stella, o fedele stella, quando ti deciderai a darmi qualcosa di meno effimero nella tua regione di perenne certezza?’

“Tutta la creazione è una meravigliosa sinfonia, tutto forma un insieme armonioso. Sentirsi vivi in questa armonia universale è prendere coscienza della propria immortalità.”