DIALOGHI : LE AVVENTURE DELLO SPIRITO

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Dialoghi tratti da “Rol mi parla ancora” :

Le avventure dello spirito
“Egli si crede al centro dell’universo, un universo creato per lui in quel piccolissimo cosmo chiamato terra, in un solo istante di tempo cosmico.

“Non è l’uomo, bensì lo Spirito, al centro dell’avventura universale.

“La storia dell’uomo non è né più né meno importante di quella della stella, dell’albero, delle foglie, del sasso, del ramo, del cane. Tutti questi esseri posseggono uno Spirito.

“Se tu sei saggio, piccolo uomo, saprai ‘sentire’ il primo soffio dell’erba che cresce, percepire appieno la bellezza e le forze della natura per divenire più consapevole e più partecipe nella tua avventura cosmica salendo spiritualmente la scala dei valori universali.

“Dio crea il nostro spirito ma siamo noi stessi che dobbiamo realizzarlo accettando la prova severa della vita, le sofferenze, i dolori, la morte; ma lo facciamo con gioia sapendo che realizziamo il disegno di Dio. Alla fine, chiusi gli occhi, saremo noi stessi a giudicarci: siamo o meno idonei di adire all’eternità?

“Oggi si pensa solo ad accumulare, a guadagnare, a depredare senza riguardi la natura, dobbiamo invece renderci conto che Io Spirito è più forte della materia e che se vogliamo possiamo trasformare il mondo. Prima però bisogna modificare la nostra mentalità, acquisire una coscienza nuova, cambiare il negativo in positivo, decidere di non volere più fare parte della confusione e della negatività del mondo, cercare la cooperazione invece della competitività, vivere in contatto con la parte più alta di noi stessi.

“La trasformazione deve iniziare dal singolo, è l’unico modo questo per ottenere un cambiamento di rotta. Il cambiamento deve iniziare da ogni singolo individuo. Dobbiamo cercare di rapportarci a tutti i livelli: con la natura, con il prossimo, con la parte spirituale di noi stessi, con la divinità. “Dobbiamo sforzarci di sentire in noi questa divinità, dobbiamo metterci in contatto con il nostro io interiore, profondo, per potere capire che la morte non è la fine, ma l’inizio di una nuova vita; con la morte non perderemo la nostra identità, ci evolveremo soltanto.

 

“Questo genere di conoscenza può portare a un mondo migliore, a un mondo basato sull’amore e sulla comprensione profonda, a una forma di amore universale in cui il nemico può diventare amico. Ci permetterà di entrare in quello spazio in cui si trovano luminosità e gioia.

“Dicendoci ‘Amatevi gli uni con gli altri’, Gesù non faceva altro che additarci la via ascendente dell’avventura spirituale del mondo.

“L’uomo non deve isolarsi: è necessario cercare degli scambi con il contenuto della conoscenza, altrimenti isolandosi non  è più collegati, non si beneficia più dell’immensa visione del mondo che gli altri possono darci: senza gli altri l’individuo sarebbe disperatamente solo.

“E, come osservava giustamente Teilhard de Chardin, non si deve confondere l’individualità e la personalità. Cercando di separarsi il più possibile dagli altri, l’elemento si individualizza, ma così facendo, ricade e cerca di trascinare indietro il mondo.

“Per essere pienamente noi stessi dobbiamo avanzare verso la convergenza, verso l’altro. La base di noi stessi, il culmine della nostra originalità non è la nostra individualità, e la nostra personalità possiamo trovarla soltanto unendoci.”