DIALOGHI : CABBALA E SIMBOLI

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Dialoghi tratti da “Rol mi parla ancora”


CABBALA E IL SIMBOLISMO
“Ti parlerò della Cabbala, so che è un argomento che ti affascina. Ti spiego subito. La Cabbala mistica svela quella struttura sorta sulla Cabbala tradizionale dei rabbini attraverso l’opera di generazioni di studiosi che hanno fatto dell’Albero della vita il loro strumento di sviluppo materiale e ma­gico.
“La parola Kabbalah, significa ciò che è stato ricevuto, cioè gli insegnamenti divini, trasmessi a Mosé e da lui tramandati oralmente ai discenden­ti, che ci permettono di avvicinarci a Dio. La Cab­bala è il libro dei libri, in essa vengono svelati i segreti di Dio, dell’universo e dell’uomo, tutto ciò che è accaduto e che accadrà. In essa sono racchiuse autentiche profezie. 
“L’obiettivo dei cabbalistí è quello di riconquistare l’armonia primordiale andata perduta con la disobbedienza di Adamo ed Eva che avevano man­giato il frutto proibito. 
“Dio ha indicato a Mosé sul monte Sinai la strada da seguire, dandogli non solo le Tavole della Legge e la Torah ma anche la Cabbala. 
‘L’Albero della vita indica loro idealmente il cammino da seguire per raggiungere di nuovo il paradiso. In questo modo si riuscirà a unirsi misti­camente al Signore, cercando di purificare il proprio pensiero. 
‘Per giungere a questo grado di elevazione è molto utile la meditazione come pure lo sforzo di sapere riconoscere la speranza di Dio nel creato, nei nostri simili, di cercare di elevare il nostro egoismo e le nostre passioni terrene; solo allora si potrà contribuire a realizzare il disegno divino. Dio ha bisogno dell’uomo, dobbiamo collaborare con il Signore, cercando di condurre una vita santificata dall’amore, dalla pace, dall’armonia, eliminando sentimenti negativi di odio e di rab­bia.
“La Cabbala è affascinante; mentre un tempo era permessa solo ai rabbini, ora è accessibile a tutti e può essere una guida preziosa; può rappresentare un riflesso positivo sulla nostra vita, insegnando ad affrontare le difficoltà, a controllare i nostri impulsi, le nostre emozioni.”

 

“Tu mi chiedi spesso cosa intendo per simboli. Cercherò di spiegartelo ora. I simboli sono segni che ci vengono dati dal mondo esterno, tocca a noi aprire gli occhi cercare di comprendere il significato.
“Il simbolo è una realtà concreta, un segno tangibile che rappresenta una idea astratta, difficile da scoprire, o una verità nascosta.
“Dalla notte dei tempi l’uomo si è servito dei simboli per esprimere il suo pensiero o i suoi sentimenti o per conservare delle verità giudicate inaccessibili ai comuni mortali.
‘Per questo motivo, attraverso i simboli, vengono espresse verità profonde; la spiegazione di fenomeni cosmici, la struttura del cosmo, il funzionamento della psiche umana.
“Verità trasmesse alle generazioni per folklore: le fiabe e i miti, le leggende di tutte le culture.
“Essi posseggono un valore identico in civiltà molto lontane le une dalle altre.
“All’inizio questo modo di pensare era naturale per i popoli primitivi che tendevano a procedere per analogia. Oggigiorno per noi sembrerebbe illogico, perché li paragoniamo al nostro modo di pensare, senza tenere conto che millenni di lenta evoluzione hanno plasmato il nostro spirito spingendolo verso una visione materialista, talmente concreta delle cose, per cui il simbolo è diventato un concetto arcaico.
“Nonostante ciò, essi sono riusciti a sopravvivere, non solo nel folklore, ma anche nella vita di tutti i giorni, nella religione, la bandiera nazionale, la croce, l’Agnello di Dio, o come il diadema, il bastone, la fede nuziale. Le leggende, le fiabe delle fate, come i sogni, posseggono un linguaggio simbolico, il solo accessibile al nostro inconscio, che si esprime con archetipi, chiavi che ne permettono l’interpretazione.
“Basterebbe rileggerle, approfondendo il loro significato, per riuscire a decifrare le loro radici comuni e la loro relazione intima, con le motivazioni dell’essere umano, che senza di essi sarebbero indecifrabili, Queste immagini allegoriche appartengono all’umanità, sono un patrimonio ereditario collettivo.
“I testi sacri come il Tao Té Ching, la Bhaga­VadGita, il Corano e la Bibbia posseggono tutti questo linguaggio simbolico.
“In questi testi vi è la voce dell’inconscio collet­tivo che parla al conscio dell’umanità, sono molto interessanti e possono servire a chi si rivolge ad essi per orientamenti e consigli.
“Se saremo capaci di ascoltare più spesso la nostra voce inconscia interiore, che ognuno di noi porta in sé, se la sapremo udire, solo allora potremo agire con più saggezza e lucidità e fare scelte migliori, più giuste.
“La vita è un mistero eroico, lirico e mistico.
“Spesso la verità è velata da un simbolo. Mi chiedi come si fa a vederlo, come si fa a decifrarlo. Non è facile, perché esso può avere cento segni e mille aspetti, ma la sua luce si riflette su di noi, sulla nostra vita.
“Il simbolo non è solo concreto ma anche astratto, può essere sotto forma di un invito, un presagio, un avvertimento, un epilogo.
‘Tutto quello che ci circonda ha valore di simboli, diceva Faust, ‘interpretarli è avvicinarsi alla verità.’
“La fretta di cui siamo vittime, ci impedisce di riconoscerli. La nostra civiltà ha perduto le chiavi dei simboli proprio da quel Medioevo che è stato l’epoca in cui l’umanità era più vicina a Dio. Allora la simbologia delle cattedrali custodiva il segreto dei misteri, e tutti potevano approfondire la verità attraverso gli enigmi delle pitture, delle sculture, delle decorazioni.
“Così ogni cattedrale poteva essere la Bibbia dei poveri e degli analfabeti, e allora il simbolo diventava sintesi di dottrina.
“Ma oggi il simbolismo mistico è perduto, perché vogliamo vedere tutto chiaro, reale e positivo.
“E pensare che il suo potere quasi illimitato arriva dalle sorgenti stesse dell’umanità e risale a millenni di cultura e di evoluzione: ogni simbolo è una sorgente infinita di conoscenza e di ricerca.
 “Essa permetterà a chi desidera approfondire queste immagini, di liberarsi dalla materia e dal tempo, di trascendere il senso convenzionale delle cose, di passare dal tangibile all’inaccessibile, di elevarsi nel mondo dello spirito e di trarre profitto dall’esperienza di miliardi di uomini che ci hanno preceduto.
“Lungi dall’essere una sterile distrazione per una élite di intellettuali, l’interpretazione dei simboli è una via di avvicinamento individuale dei problemi della vita dell’uomo, dell’universo: macro e microcosmo si uniscono attraverso le imma­gini, attraverso simboli universali e eterni.
“Per riuscire a comprenderli meglio, ci si deve affidare all’intuizione.
“Per familiarizzare con essi, con un linguaggio che dapprima potrebbe sembrare astratto, bisogna ignorare il senso, il significato che è familiare, cercare di astrarsi dalle proprie conoscenze intellet­tuali, dimenticare il concetto moderno delle cose.
I simboli posseggono significati psicologici, morali, religiosi: per interpretarli individualmente bisogna mettersi in uno stato d’animo disponibile e permeabile alle associazioni che i simboli stessi ci suggeriranno.
“Essi, che parlano il linguaggio esoterico dei nostri antenati, i cui sedimenti si sono depositati lentamente in un serbatoio di ricordi, quello che Jung chiama inconscio collettivo, memoria comune di tutta l’umanità.
“Questa eredità ricca e preziosa, da cui si può estrarre la conoscenza, quella che formò la saggezza degli antichi sapienti sarà alla portata di ciascuno di noi.
“Essi saranno una guida di comportamento, sui quali il tempo non avrà alcuna influenza.”