DIALOGHI CON ROL : MORTE -SCIENZA E RELIGIONE

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Dialoghi tratti da “Rol mi parla ancora” : MORTE

Rol parlava spesso della morte cercando di proporre una visione differente, non macabra, ma evolutiva …non capite male…non certo reincarnazionistica, ma spirituale, volgendo lo sguardo alla sofferenza umana che essa provoca, ma allo stesso tempo attraverso la fede, la speranza, cerca di far comprendere che è una umana condizione, ma non la fine di tutto. Dato che ha consolato e parlato anche della perdita di persone care, soprattutto a chi aveva perso dei figli,  partiamo con questa introduzione…





“I figli devono essere considerati come spiriti. Ogni uomo non deve dimenticare che sono spiriti indipendenti e che hanno scelto quell’ambiente, quel ceto sociale per attuare un proprio programma che è spiritualmente sacro, veramente sacro al di là della falsa sacralità delle cose terrene. I figli sono spiriti affidati ai genitori perché ciò era naturalmente necessario per io sviluppo di un determinato progetto da compiere.

 

 

“La morte è un evento naturale, fa parte della vita di cui è conclusione. Ma la morte immatura, spessa tragica, ha straziato i genitori e li ha gettati nella più atroce disperazione.
 
“Però io posso loro dimostrare con i miei esperimenti che le persone defunte, dal loro mondo immateriale, riescono a comunicare portando conforto e speranza a coloro che più amano e da cui più furono amati. Ho la facoltà di entrare in contatto con le persone che ci hanno lasciato, le vedo, posso rivelare particolari della loro vita terrena, è anche la riprova del rapporto affettivo che interagisce tra questa e l’altra dimensione, importantissima per la consolante dimostrazione della stabilità dei legami più cari. Venga a trovarmi la prossima settimana con sua moglie, io vi farò pervenire un messaggio del vostro caro figliolo, mostrandovi cosi che lui vi e sempre vicino.
“Quante persone colpite da un lutto così crudele, quando hanno ricevuto la certezza che il figlio sopravvive in una dimensione felice, hanno potuto ritrovare fede e serenità! Essi ormai sanno che si trova in una dimensione diversa, ma comunicante con la terra. La loro creatura è invisibilmente vicina, ed è anche d’ispirazione e di aiuto. ‘Anche la sofferenza può condurci verso la luce. Non dobbiamo provare dolore per la persona cara che ci ha lasciati, ma per noi stessi, per averla perduta. Era assolutamente insostituibile, non ci Sarà mai un’altra come lei. Però, si ricordi sempre che il nostro Spirito e indistruttibile, è qualcosa che opera sempre da eternità.”
 
“Un poco e non mi vedrete più”, si legge nel Vangelo di Giovanni, “e poi un poco ancora e mi vedrete di nuovo.”
 
“La vecchiaia sarebbe insopportabile se non sapessimo che la nostra anima appartiene a una sfera che non è legata né al cambiamento temporale, né alla limitazione spaziale. In quella forma di esistenza, la nostra nascita è una morte e la nostra morte è una nascita.

“Una beatitudine di una condizione non temporale, nella quale passato, presente e futuro siamo una cosa sola.»

“Un sapiente nella Bibbia dice che c’è un tempo per nascere, un tempo per morire. Tuttavia afferma anche che Dio ha messo nel cuore degli uomini il senso dell’eternità e tutti gli uomini, credenti o non credenti, giusti e peccatori, hanno questo senso dell’eternità nel cuore e sentono la morte come ingiustizia. Ingiustizia al loro amore, ingiustizia al loro vivere, ingiustizia alla loro speranza.
“L’accettazione della morte non è facile. I rabbini dicono che l’uomo impara a non sentirsi onnipotente quando sa pensare alla morte.
“La morte è l’incontro con Dio, che è la resurrezione e la vita. La morte, quindi, non è l’ultima parola, è un passaggio. Essa deve essere per chi resta un segno di speranza.
“La morte, eterna nemica della vita, crudele distruttrice degli affetti più cari, strada senza ritorno, sonno senza risveglio perde il suo alone più cupo di separazione e di tragedia, per investirsi dei tenui colori della speranza. Tale speranza cancellerà le lacrime di chi resta e di chi va via, e spalancherà una finestra sull’aldilà dove, in un’altra forma di esistenza, potremo trovare il trascendente, il divino.”
Ogni morte è il misterioso preludio di una resurrezione, il mistero che sigilla la vita, che non è tolta ma solo mutata.»

 

Un nuovo rapporto tra religione e scienza

«Se ci si rivolge allo studio comparato delle religioni, scopriamo che tutta l’umanità è pervasa dalla fede che la morte non sia la conclusione della vita. Anche se estremamente differenziate fra loro, le singole forme di fede credono in una sopravvivenza dell’uomo. Sono convinto che in futuro la scienza scoprirà lo spirito, e il presunto dissidio fra scienza e fede sarà definitivamente superato, allora l’esistenza spirituale verrà considerata un ulteriore gradino nella scala dell’evoluzione.
“Auspico un diverso modo di intendere la scienza, che non dovrà più essere separata da filosofia e religione, un diverso approccio alla natura, una maggiore vicinanza a Dio. Quel Dio di cui anche nel nostro secolo vi è continua ricerca. La nuova coscienza dovrà essere caratterizzata da una fusione del patrimonio culturale dell’Oriente con quello dell’Occidente.
“Bisognerebbe contribuire a risanare il pianeta in cui viviamo e rendere la vita più calda, utile, ricca di spiritualità, più meritevole di essere vissuta. Dio, che è puro Amore, non condanna nessuno ed è per amore che Dio dà all’uomo il libero arbitrio, anche la libertà di fare il male, altrimenti l’uomo sarebbe un semplice automa.”
Aggiungiamo qui un video con considerazioni aggiuntive ai dialoghi sopra riportati.
Nel 1989 G.A. Rol lesse al telefono a Giuditta Dembech un brano autobiografico, in terza persona, destinato ad essere pubblicato nel libro della giornalista “Quinta dimensione”