PARAPSICOLOGIA VS GUSTAVO ROL (MASSIMO INARDI -prima parte)

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Massimo Inardi era diventato molto popolare in Italia per la sua partecipazione alla trasmissione televisiva Rischiatutto, una delle più famose trasmissioni della storia televisiva italiana, condotta da Mike Bongiorno. Egli si presentò come esperto di musica classica (soprattutto di Brahms) vincendo per sei settimane consecutive (dal 02/12/1971 al 19/01/1972) e vincendo poi anche la finalissima dei campioni (delle prime tre edizioni) il 10 giugno 1972, con la cifra record di 48 milioni di lire. Massimo Inardi  era nella vita un medico e studioso della parapsicologia con criteri scientifici che si ispiravano a quelli di Bender, è stato direttore della rivista Metapsichica (insieme a Ettore Mengoli) e direttore del Centro Studi Parapsicologi di Bologna (insieme a Piero Cassoli)

 

Il primo articolo che egli scrisse su Rol, sul Resto del Carlino, nel 10 giugno 1975:

«Nei giorni passati ho avuto il privilegio di avvicinare per tre sere di seguito uno dei soggetti più interessanti, enigmatici e conturbanti oggi esistenti in Italia e nel mondo: il dott. Gustavo Adolfo Rol, il quale da quasi 50 anni è protagonista di fatti talmente incredibili da renderlo quasi una leggenda agli occhi sia del pubblico che degli studiosi e tale da essere difficilissimo avvicinarlo. Dal 1927 Rol costituisce una specie di antologia o di enciclopedia di fatti paranormali. Quando Rol “lavora” si ha la sensazione di essere di fronte ad un fenomeno vivente dalle doti senza limiti, senza dimensioni e davvero senza frontiere: ci si sente piccoli ed impotenti di fronte a cose che hanno del sovrumano o addirittura del “non umano”. Egli si esibisce con semplicità e con costanza come se per lui far vedere ciò di cui è capace fosse cosa da niente, ma sprezza apertamente gli studiosi ed i parapsicologi, in quanto li ritiene inetti a recepire il suo “messaggio”, che ritiene troppo alto e spirituale per essere capito dai non iniziati e soprattutto per essere studiato. Egli lavora e basta, tenendosi per sé il suo segreto, che per lui, segreto non è in quanto lo considera patrimonio di ogni uomo che abbia intuito la sua realtà e che tale realtà, in quanto proveniente da Dio stesso, può essere rivelata ad ogni uomo che se ne renda degno con l’elevatezza dello spirito, con la rettitudine, con l’onestà e col dispregio delle cose terrene. Il suo è un messaggio che si rivolge agli uomini e non alla scienza, per cui solo nell’intimo dell’uomo che lo ha recepito esso potrà trovare la sua sede naturale di comprensione o di intuizione e solo da un siffatto uomo potrà trovare la sua estrinsecazione visibile e tangibile. Ho assistito ad esperimenti strabilianti. È certo che stando vicino a Rol si ha l’impressione che l’uomo possa avere limiti e dimensioni ben più ampi di quelli che ad esso si sogliono assegnare, ma nel contempo si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un essere che di umano ha solo l’aspetto fisico e il comportamento, nonché il cuore: tutto il resto pare andare al di là di ogni concezione terrena delle possibilità umane».

……In un saggio sul mondo del paranormale “dimensioni sconosciute” riportò la sua esperienza dagli incontri con Rol ma come potrete notare nel prosieguo, pur “arrendendosi ” verbalmente sulla magnificenza degli esperimenti a cui aveva assistito, pur avendo parole lodevoli per Rol, ogni qualvolta descriveva o commentava “l’impossibilita canonica della scienza” per spiegare i fenomeni, finiva nel concludere in spiegazioni come:  telecinesi, chiaroveggenza, e in alcuni punti sembra quasi cadere ne tranello dello spiritismo, per poi correggersi rifacendosi alle parole di Rol e dello spirito intelligente. Sicuramente onesto, fanciullescamente meravigliato , al quale si perdona il tentativo di relegare le possibilità di Rol a fenomeni oltre l’umano ma di cui non se ne sa la fonte o non la capiva, ammettendo l’irriverenza del rigore scientifico.

L’eccezionale impressione che si prova assistendo alle ope­razioni paranormali di Gustavo Adolfo Rol — operazioni che egli compie davanti ad un pubblico sempre ristretto e selezionato, con poche ammissioni di estranei, quasi tutte le sere, con una costanza, una varietà ed una facilità stupefa­centi — fa pensare di trovarsi di fronte ad un uomo che sia tale soltanto per l’aspetto fisico e per il comportamento ordinario della vita di relazione e di società. Vi sono dei momenti in cui si ha l’impressione di essere in presenza di un essere che reca in sé possibilità che sembrano andare al di là dell’umano, o almeno al di là di quei confini che si assegnano — nella limitatezza delle attuali conoscenze e delle ipotesi razionali — all’umano, alla natura umana. Rol si esibisce in circoli ristretti, davanti a persone qualificate o da lui adeguatamente preparate, perché teme che la notorietà e la propaganda intorno al suo nome ed alle sue capacità possano snaturare il messaggio morale che il suo lavoro porta con sé, col risultato di renderlo meno puro e meno elevato. perciò che egli vive isolato e schivo del prossimo e del mondo, in quella solitudine di cui parlava Di Simone, soli­tudine che non è sdegno o volontario sprezzo del mondo, ma perfetta coscienza del pericolo di perdere un tesoro che — diffondendolo a chi non è pronto a riceverlo — potrebbe essere incompreso o mal compreso, senza lasciare un’impron­ta valida e giusta.

Egli considera il mondo non preparato, per lo più soltanto curioso, alla ricerca di sensazioni più o meno epidermiche, per cui lo evita o esita ad accostarvisi con frequenza, con­cedendo ai non iniziati soltanto delle dimostrazioni semplici ed isolate che egli suole definire le « aste » o da « prima elementare », accuratamente selezionando le persone ed i gruppi con i quali approfondire e progredire con la propria opera di preparazione morale e spirituale.

Nell’incontro di otto anni fa l’autore ebbe ad assistere ad una sola serata di prestazioni del soggetto e subito ne ammirò l’intelligenza, l’elevatezza morale, la cultura e la giovanile energia di tutto il suo essere. Da allora nulla è apparentemente cambiato: la stessa agilità di mente, la stessa vivezza di dialogo, la stessa arguzia talora anche ta­gliente, la stessa incrollabile fede nei propri principi. Nel medesimo tempo, Io stesso dispregio per la scienza o per le discipline parapsicologiche, le quali — secondo Rol ­sarebbero del tutto inutili per tentare di spiegare ciò che non è possibile razionalmente spiegare perché manca questa necessità, dato che è tutto chiaro e lampante, tutto si trova nel profondo di tutti e può essere raggiunto solo penetrando in se stessi, in un costante atteggiamento di umiltà, di equi­librio, di rettitudine, di sicura e profonda ricchezza di doti spirituali.

Quanti lo hanno avvicinato, hanno ricevuto da lui prove di paranormalità tali da rimanere allibiti, spaventati e nello stesso tempo edificati ed arricchiti, anche se ciò che egli ha prodotto era costantemente limitato allo spazio di una serata e non veniva in nessun modo e volutamente conse­gnato alla storia ed alla cronaca. Caratterizza G. A. Rol l’as­soluto tenere in non cale le esigenze di credibilità e di do­cumentabilità di ciò che fa, per cui delle sue operazioni quasi nulla rimane se non affidato al ricordo labile di chi assiste, su furtive note ricavate a dispetto dei suoi decisi dinieghi, in linea col suo voler distruggere ogni cosa che per avventura rimanga scritta.

..……………..forse nulla rimarrà fissato nei dettagli, adeguatamente documentato o testimo­niato di ciò che egli ha fatto e solo il ricordo di qualche breve nota — magari carpitagli suo malgrado — potrà ser­vire a dare una pallida idea di oltre mezzo secolo di ma­nifestazioni quasi sempre incredibili e conturbanti.

 noi aggiungiamo invece per fortuna non è stato così…..continua…..