SPECIALE ARTICOLI : Piervittorio Formichetti (1)

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Cominciamo con una nuova rubrica, dove tratteremo di articoli interessanti con punti di vista ed approfondimenti di studiosi, giornalisti o pubblicisti. Oggi pubblichiamo una sintesi di una serie composta da 4 articoli a cura di Piervittorio Formichetti, filosofo e non solo, cui potete trovare alcuni spunti su vari argomenti da un punto di vista filosofale. https://www.ereticamente.net/

Gustavo Adolfo Rol: la coscienza sublime e lo spirito intelligente – 1^parte

Chi scrive lo ha “conosciuto” una decina di anni fa grazie al docu-film Rol: un mondo dietro al mondo di Nicolò Bongiorno, trasmesso in parte da Rai Storia con il titolo Cose dell’altro mondo.[1] I libri su Rol, nel catalogo on line del Sistema Bibliotecario Nazionale, sono nella categoria «spiritismo», cosa che lo irriterebbe; Molte delle operazioni paranormali da lui avviate, infatti, coinvolgevano lo «spirito intelligente», che – precisava – «non è l’anima – soffio divino che alla morte si libera del corpo e torna a Dio – ma quel qualcosa di particolare che rimane sulla Terra, come una fotocopia della scheda segnaletica personale, comprendente funzioni e pensiero, dell’individuo. Questo “spirito intelligente” può essere ancora operante dopo la morte della persona. Sovente a me è accaduto di venire in rapporto con “spiriti intelligenti” di persone viventi». Lo «spirito intelligente» presuppone che le tracce della personalità, dei vissuti e delle azioni di ogni persona, sia vivente sia defunta, restino presenti, e potenzialmente operanti, su un piano metafisico in quanto residui di esistenze reali. Rol dichiarò nel 1979: «Ho creduto di impazzire quando scoprii che esistevano in me le memorie di uomini vissuti 4000 anni fa»; Vede questo lapis? Ebbene, la ragione di essere e la funzione di questo lapis rimarranno registrate nella storia dell’universo». Nell’opera Geometria della realtà, l’orientalista Pietro Silvio Rivetta (1886-1952), noto con lo pseudonimo di Toddi, scriveva al riguardo: «Tutto ciò che è accaduto esiste realmente, ossia è, e soltanto le limitazioni dei sensi ci impediscono di avere coscienza attuale di tale persistente realtà. […] Tranne il presente, che ci trasporta con sé nel suo divenire, nulla fluisce o scorre, perché tutto rimane»[5]. In altre parole: poiché ogni evento e ogni cosa, anche i più banali, esistono in quanto pensieri di Dio, e Dio è eterno, ogni evento e ogni cosa sono necessariamente imperituri e sempre riproducibili.

Jean Charon (1920-1998), fisico nucleare e filosofo, riteneva che i vissuti e le memorie delle azioni di ognuno si conservino nella parte “interna”, cioè spirituale, delle particelle elementari e degli elettroni della persona di cui costituirono il corpo. Constatata dalla fisica la lunghissima “vita” di queste particelle, «paragonabile alla durata della vita dell’Universo intero», di conseguenza tra noi aleggiano alcuni elettroni residui, ad esempio, del corpo del faraone Ramses II  o dell’ultimo respiro di Giulio Cesare, così come tra molti secoli resteranno nello spazio i nostri. Non essendo la parte spirituale degli elettroni intaccabile dall’entropia (la costante consumazione di energia nell’Universo, speculare al costante aumento di informazioni all’interno delle menti umane in evoluzione), il loro contenuto di esperienze, pensieri e azioni umane sarebbe immortale, quindi tuttora presente e potenzialmente conoscibile da parte di un «medium»: «Un nostro medium del XX secolo sarebbe in grado di entrare in risonanza con ciò che resta dell’attività “sincrona” in tutti gli elettroni che restano del corpo mummificato di Ramsete II. Nel corso dell’intervento medianico, l’”Io” di Ramsete rivive per un istante […] affidando alcuni elementi della sua esperienza vissuta, sotto una forma più o meno simbolica, più o meno coerente»[7]. La teoria di Charon è quindi vicina a quella dello «spirito intelligente» di Rol, perché anche qui non si evoca l’anima del defunto, ma si captano e s’incanalano le tracce metafisiche della sua personalità e della sua vita.

In una lettera del dicembre 1953, Carlo Rol ricordava al fratello Gustavo alcune passate esperienze paranormali determinanti: «Nel caso tuo, il fenomeno avviene nel modo che ti descrivo, perché, essendo Tu sempre stato in quei casi, me presente, in istato di incoscienza, non credo che Tu abbia potuto seguire gli eventi come me. Un punto luminoso, come fluorescente, appare in alto a notevole distanza, cento e più metri ad onta del soffitto, che nell’oscurità è come inesistente. Non è un punto piccolo vicino, ma un punto più grande lontano; la certezza della lontananza è data dall’angolo formato dagli assi ottici dei due occhi: l’angolo che ci fa percepire distanze e rilievo. Quel punto si abbassa, s’ingrandisce, assume la figura di una forma geometrica, di una stella, di un volto o di un busto umano, s’avvicina alla tua testa, e al contatto tu strilli più acutamente e l’apparizione scompare.

Di solito gli «esperimenti» avvenivano in piena luce o in penombra, e il buio talvolta richiesto era una «precauzione per non provocare nei presenti reazioni troppo forti che avrebbero potuto provocare traumi psichici», come dalla testimonianza seguente: «Gustavo fece accomodare il giovane scettico in salotto, sul divano, dove c’era un abat-jour acceso. Gli disse di dargli una mano e di non staccarla. Nella penombra, un punto luminoso iniziò ad aleggiare nella stanza, diventava sempre più grande, quasi un globo che aleggiava attorno alle loro teste. Preso dal terrore, il giovane staccò la mano da quella di Rol, che cadde svenuto. A sua volta anche il giovane si sentì male». La scintilla di luce che poi assumeva una determinata forma veniva dunque da una dimensione metafisica che potrebbe corrispondere al «Mondo della Formazione» (Jesirah), secondo la Qabbalah ebraica il terzo “strato” concentrico dell’Universo, «che si stende subito al di sopra del piano della materia ed è composto di una sostanza supersottile talvolta chiamata “Etere dello Zelèm”, o Etere delle immagini, analoga alla Quintessenza degli alchimisti, che impone forma e qualità agli enti materiali e può essere plasmata con l’immaginazione creatrice, sotto la guida della volontà opportunamente disciplinata».

 

continua…..