SPIRITISMO VS GUSTAVO ROL (RELIGIONE) 5°PARTE-FRANCO ROL (1)

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Eravamo rimasti nel post precedente a questa considerazione :

Lo spirito intelligente non è lo spirito divino, ne quello canonico che segue l’anima nelle sue vicissitudini post mortem, ma una sorta di fotocopia della scheda segnaletica personale, comprendente funzioni e pensiero, dell’individuo.

Lo spirito intelligente si potrebbe quindi paragonare ad una memoria, di informazione, e non scomoda entità esterne all’uomo. è assai probabile, in realtà, che queste entità non esistano affatto. Lo spirito è energia) Questo già esclude lo “spirito intelligente” come concetto “contra legem”  avversa la religione, ma leggiamo perché, come ci si arriva….e dopo escluderemo le speculazioni spiritiste.

E’ mia premura ringraziare sempre Franco Rol , è grazie a lui, ai suoi trattati e studi, che oggi possiamo chiarire sul blog alcuni aspetti fondamentali.

TRATTO DAL “IL SIMBOLISMO DI ROL” : un passo bellissimo che fornisce un parallelismo esemplificativo ed esplicativo che rende qualsiasi nostro commento inutile.

Ogni cervello sarebbe in poche parole come un computer che possiede un suo archivio «in proprio», costituito da un hardware di base (la memoria ancestrale) a cui l’utente fornisce nuovi softwares (la sua esperienza di vita). Collegandosi in rete egli può accedere a informazioni generali (potremmo dire: l’inconscio collettivo) o condividere files con altri utenti (singoli cervelli).

L’analogia con il peer to peer (p2p), ovvero la possibilità di scambiare files tra più utenti, può essere utile, ed è anche abbastanza inquietante. Infatti, una volta che si sia riusciti a “collegarsi in rete” – il che corrisponde ad aver realizzato la coscienza sublime o samadhi/nirvana– a quel punto si può avere accesso a quanto si trova in altri “computers”, con la differenza che per l’uomo illuminato sarebbero accessibili, senza limitazioni, tutti i cervelli dei 6 miliardi di esseri umani sulla terra.

Questo significa non solo che si è in grado di sapere cosa pensa chicchessia in un dato momento (“telepatia”), ma anche tutto quanto quel determinato individuo porta con sé in dote come memoria ancestrale (il suo passato e quello dei suoi avi). Vale a dire: si ha a disposizione l’archivio storico del genere umano. I viaggi nel tempo che compiva Gustavo Rol insieme ad altre persone erano viaggi mentali che realmente conducevano in altre epoche, ma si trattava più precisamente di viaggi nella memoria, «propria o per trascendenza», ovvero tutto ciò che gli esseri umani hanno registrato attraverso i loro sensi ed elaborato con la loro mente, nel corso della storia. Tutti questi dati si sono stratificati nel cervello e sono accessibili quando vengano sollecitati. Una sorta di “scavo archeologico neurale” per portare alla luce ciò che ormai era sepolto.

Per ricostruire olograficamente un dato ambiente del passato, con i suoi personaggi e la sua scenografia, è necessario che vi sia almeno un discendente di qualcuna di quelle persone che erano presenti in quel dato ambiente. Non ha alcuna importanza quanto distante sia la “parentela”: ciò che conta è che ci sia un collegamento. Se per esempio esistesse oggi anche un solo discendente di uno degli operai che costruirono la piramide di Cheope, se cioè il suo DNA fosse arrivato fino a noi, potremmo, attraverso la sua memoria ancestrale, accedere all’esperienza di quel suo antenato, vedere con i suoi occhi ciò che lui vide, sentire ciò che sentì, e così via. Esisterà nell’archivio dell’universo un solo file alla voce “piramide di Cheope”, e per quanto limitato all’esperienza di un singolo sarà sufficiente a fornire tutto quanto occorre per conoscere quel pezzo di storia. Vi saranno poi files assai più corposi quando si avranno a disposizione le memorie di più discendenti di persone che hanno vissuto o assistito a determinati avvenimenti del passato.

Quanto detto, è in grado di giustificare un gran numero di “fenomeni paranormali”: telepatia, chiaroveggenza, glossolalia, viaggi nel tempo, precognizione. Quest’ultimo caso ad esempio si basa sugli stessi principi dei “viaggi nel futuro”. Rappelli aveva riferito:

«Per i ‘viaggi nel futuro’ Rol si avvale di questa formula: “Il futuro altro non è che la conseguenza logica del passato attraverso il presente”», aggiungendo: «Ho udito Rol affermare più volte: “noi siamo ciò che fummo e ciò che saremo”».

Nel momento infatti che si conosca più o meno integralmente il passato del genere umano e il suo presente, non sarà difficile prevedere il corso degli eventi a breve e medio termine (decenni, forse secoli), sia per i singoli che per tutta l’umanità. Per la stessa ragione per la quale siamo in grado di fare previsioni metereologiche almeno (ma solo) per qualche giorno, sulla base della conoscenza di una serie di fattori del passato e del presente atmosferico, così sarebbe possibile fare con gli eventi futuri una volta che si abbiano sufficienti conoscenze sullo stato del presente e su quali siano le tendenze probabilistiche in gioco. Il matematico Pierre-Simon de Laplace, nel suo Essai philosophique sur les probabilités del 1814, scriveva:

«Un’Intelligenza che, per un dato istante, conoscesse tutte le forze da cui è animata la natura e la situazione rispettiva degli esseri che la compongono, se per di più fosse abbastanza profonda per sottomettere questi dati all’analisi, abbraccerebbe nella stessa formula i movimenti dei più grandi corpi dell’universo e dell’atomo più leggero; nulla sarebbe incerto per essa e l’avvenire, come il passato, sarebbe presente ai suoi occhi».

Tutto questo ha evidentemente a che vedere non solo con le memorie di tutti gli esseri umani, ma anche con la conoscenza integrale delle tendenze naturali, delle leggi fisiche di tutto il cosmo in un momento preciso. E questo è quanto permette la condizione di coscienza sublime. Qui tuttavia occorre fermarci, perché ci si addentra in una materia troppo complessa che non possiamo affrontare in questa sede.

Quanto fin qui detto assimila la nozione di spirito intelligente a quella di memoria, di informazione, e non scomoda entità esterne all’uomo. é assai probabile, in realtà, che queste entità non esistano affatto. Al di là degli “elementali” e delle forze consuete della natura, difficilmente si può dire che esista uno “spirito intelligente di Napoleone Bonaparte” come qualcosa di indipendente che “vaga nello spazio” e che, invocato, si presenti a far rapporto e si presti a scrivere una lettera indirizzata a Tizio o Caio. Lo spirito intelligente di Napoleone è la risultanza della somma di tutte le informazioni mnemoniche esistenti oggi sulla terra presenti nella memoria dei discendenti di coloro che furono a contatto con l’imperatore francese, così come in quella dei suoi propri discendenti. Se Rol ha per esempio materializzato la lettera di Napoleone che abbiamo pubblicata alla tavola XIV, vuol dire che essa si trovava già da qualche parte nella memoria di qualcuno. Rol ha così “scaricato” sul suo hard disk neurale quella lettera, e quindi, attraverso un processo di “materializzazione del pensiero”, l’ha ricostruita.

A questo proposito, Rol aveva scritto per Gente:

«Per quanto riguarda gli “apporti”, la scrittura “diretta”, la mutazione delle cose, ecc., ho azzardato l’ipotesi di una materializzazione del pensiero.

“In parte può essere così”, mi ha detto Rol “ma la cosa è assai più complessa o più semplice: sembra un paradosso, eppure è così”».

In altra occasione aveva scritto che «il pensiero materializza le cose attraverso l’immaginazione il ricordo e l’intuizione. Quindi lo spirito è energia», a cui si può aggiungere che «l’immaginazione è la più scientifica delle facoltà».

(pag. 251-254)