TREMENDA LEGGE (prima parte)

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Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore. Ho perduto la gioia di vivere. La potenza mi fa paura. Non scriverò più nulla. 
Gustavo Rol
PARIGI 28 luglio 1927

la “tremenda legge” fu divulgata per la prima volta già da Furio Fasolo nel 1951 (Epoca del 24 febbraio), vi fece riferimento Leo Talamonti nel 1975 in Gente di frontiera (p. 120) e poi Luigi Bazzoli nel 1979 (Domenica del Corriere del 24 gennaio)

 

«La fatica è stata, glielo confesso, tremenda e solitaria. Per  quanto le mie odierne possibilità giustifichino tanto  travaglio, non mi sentirei mai di augurare ad un mio figlio o ad un amico un simile destino; è vero che la contropartita è meravigliosa, però saprebbe chiunque accettare l’annullamento della propria personalità?» (Lettera a Giorgio di Simone del 09/04/1970, in Di Simone, G., Oltre l’umano…, cit., p. 53).

Alcuni brani tratti dal Simbolismo di Rol ci aiuteranno a capire meglio…un Grazie sentito a Franco Rol.

Come già abbiamo avuto occasione di riferire, si tratta di una definizione simbolica che rimanda ad alcune fasi della meditazione yoga. Tuttavia è capitato che più di una volta giornalisti e testimoni non l’abbiano riportata in modo corretto. L’errore frequente è quello di confondere la «quinta musicale» con «quinta nota», dove la prima è un accordo di due note, mentre la seconda è una nota singola, il sol.

Parlando del colore verde, Lugli scrive che nei giorni della sua scoperta Rol «lo sente vibrare e si accorge che la sua vibrazione corrisponde a quella della quinta nota musicale, elementi che, insieme, per lui irradiano calore. (…). Nel suo diario, che in quei giorni tiene per segnare tutto della sua ricerca, c’è un’annotazione a grandi caratteri: “Oggi, 28 luglio 1927, la mia ricerca è finita. Ho scoperto la legge che lega le  vibrazioni cromatiche del verde a quelle sonore della quinta nota musicale e a certe vibrazioni termiche: il segreto della coscienza sublime”» (pp. 20-21). Ora, siccome Lugli non aveva come riferimento direttamente il diario di Rol (un’agenda di lavoro), si è fidato di quanto aveva scritto Leo Talamonti nel suo libro Gente di frontiera, nel 1975. La frase virgolettata appena citata infatti è un adattamento di Talamonti a una dichiarazione orale di Rol, che Lugli ha poi ripreso. Ma non è la trascrizione delle parole precise che si trovano sull’agenda, che sono quelle da noi riportate all’inizio. Talamonti aveva anche scritto: «[Rol] si accorse che quella vibrazione ne evocava un’altra, corrispondente alla quinta nota musicale– il sol –». Si tratta di un errore che però ha anche un precedente, perché già nel 1951 Furio Fasolo raccontava: «La sera del 28 luglio 1927, un giovedì, a Parigi, scriveva sulla sua agenda: “Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta nota musicale e il calore. Non cercherò più nulla”». L’errore si è poi ulteriormente propagato: lo troviamo in Maria Luisa Giordano, la quale in Rol e l’altra dimensione scrive che «il verde era il suo colore, e la sua nota musicale il sol» e che «[Rol] rimase affascinato da un colore (…) a cui corrisponde la quinta nota musicale, il sol»; e lo troviamo in Maurizio Ternavasio che nel suo primo libro su Rol scriveva: «il verde, la cui vibrazione secondo lui corrispondeva al sol, la quinta nota della scala musicale…» e poi riportava anche la frase di Talamonti- Lugli senza peraltro citarne la fonte. Anche Giorgio di Simone è stato condizionato dalle fonti ambigue su questo tema, scrivendo nel 1996: «Il secondo elemento (…) era la quinta nota SOL, anzi era un suono bitonale: DO-SOL». Ovviamente non poteva essere sia la quinta nota sia la quinta musicale, e in effetti Di Simone si sbilancia sulla seconda. Anche Giuditta Dembech ha comunque contribuito a  diffondere questa imprecisione, con la differenza che lei avrebbe avuto la possibilità di fare chiarezza. Nel suo libro Torino città magica vol.2, del 1993, trascrive una parte delle registrazioni audio che poi pubblicherà nel 2005. Vi troviamo la trascrizione, che dovrebbe supporsi precisa, delle parole di Rol: «Ho scoperto la legge che lega il colore verde, quello centrale dell’arcobaleno, la quinta nota musicale ed il calore»25. Fortunatamente oggi abbiamo a disposizione anche l’audio  originale, e scopriamo che le parole di Rol sono un po’ diverse: «Ho scoperto la legge che lega il colore verde, che è il colore di mezzo, la  quinta  nota  musicale…  la  quinta… (pag. 72-74)

Per comprender meglio dalla viva voce di Rol trascrivo il file audio che parla della tremenda legge in 2 parti a distanza di tempo, poiché la prima volta che ne parlò a Giuditta Dembech…..

Una registrazione accidentale

Era forse il 1987 e ci fu una registrazione “accidentale”. Inspiegabilmente, qualche marchingegno si era bloccato … Toccai tutti i tasti avanti e indietro più volte, niente da fare! Eppure aveva funzionato perfettamente fino a poco prima! Rol ridacchiava sotto i baffi, era chiaro che c’era il suo zampino … Ero proprio inviperita, mi aveva fatto sprecare tutto quel tempo per niente … Tutto sommato, Rol era compiaciuto di non avere registrato nulla, io invece ero in collera. Per tirarmi su il morale decise di mostrarmi una cosa: “che sicuramente ti piacerà”. Eravamo nel suo studio e prese da un mobile una grossa agenda.

“Vedi, questa l’avevo con me a Marsiglia nel 1927 e ci annotavo ogni cosa …“, l’apri e mi invitò a guardare. L’agenda era di grande formato, rilegata in cartone, con bordi di fettuccia. Era pesante, lui la teneva in mano e la sfogliava, io accanto a lui, lo aiutavo a sostenerla, eravamo in piedi e guardavamo le varie annotazioni.  “Eccola qui, luglio 1927, ho trovato la pagina che cercavo, ascolta … : e cominciò a leggermi l’annotazione scritta con una matita blu:

“Ho scoperto la tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale e il calore. Ho perduto la gioia di vivere … la potenza mi fa paura, non scriverò più nulla” Hai capito?” Ero stupefatta, emozionatissima per quello che avevo letto: “Ma questa è la chiave del potere … ”  “Hai capito?” Avevo capito eccome! Sotto c’erano altre parole scritte di sghimbescio: “Incubi, Incubi, incubi … ” Stavamo ancora guardando le pagine quando all’ improvviso accadde qualcosa di imprevisto, una forza estranea a noi, invisibile, ci strappò l’agenda di mano, la fece letteralmente volare, e poi ricadere con un tonfo un paio di metri più in là, sul pavimento. Rol si accasciò sulla poltrona tenendosi la testa fra le mani, colto da un improvviso dolore: “E’ vero, non dovevo leggertelo … Che mal di testa, vedo tutto che gira ..” Io non sapevo se occuparmi di lui o dell’agenda, mi mossi per raccattarla da terra ma lui mi fermò con un ordine secco: “Non toccarlo, non l’hai visto che me l’ha preso?” Avevo visto benissimo, anch’io la stavo sostenendo sul palmo della mano: “E’ volato!” risposi allibita “Non dirlo! Hai visto? E’ volato via … ” Capii che qualcosa non era andato per il verso giusto, forse avevo visto troppo, ma io sono una “donna d’onore” che se deve tacere tace! Lo tranquillizzai: “Rol io non ricordo neanche cosa c’era scritto … ” Ma lo ricordavo eccome! Avevo intravisto la formula del suo potere. Non ci avevo capito nulla, però l’avevo vista. Naturalmente non ne avrei parlato con nessuno, però non l’avrei certo dimenticata! Dopo un paio di minuti aveva un aspetto migliore: adesso puoi prenderla” mi disse, “però era troppo presto perché te ne parlassi, non dovevo!” Tornai a rassicurarlo: “Non si preoccupi, io ho dimenticato tutto e non ho visto niente … ” Parlammo ancora per qualche minuto, mi parlò dell’imbecillità degli scienziati che avrebbero potuto indagare su queste cose, tranne Einstein che lo capiva … Poi ripresi il mio registratore spento, mi chiamò un taxi, ci congedammo, e per quel giorno la cosa finì così, ma c’era un fuori programma … Il mattino dopo, prima di restituire il registratore alla radio controllai le bobine e mi accorsi che, stranamente, avevano girato fino alla fine … Non era possibile, ero sicura di averlo spento! Le riavvolsi e ascoltai Quando avevo creduto che il registratore fosse bloccato, era invece rimasto in pausa ed io afona di smanettare lo avevo riavviato, poi, credendo che fosse guasto lo avevo messo via e invece stava registrato tutto … Non l’avevo fatto apposta, non avrei neppure saputo farlo …

…..dopo un po’ di tempo

G: Tempo fa mi aveva letto un brano dalla sua agenda, parlava del colore verde … Ricorda che quella volta le è volata via di mano? E’ un argomento molto interessante, vuole ripararmene al registratore? R. “ma certamente, ce l’ho di la, vado a prenderla … ” La riprende e comincia a sfogliare rumorosamente …. “Ecco qua, Sulla mia agenda ho scritto: “Luglio 1927: ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il colore. Ho perduto la gioia di vivere. La potenza mi fa paura … Non scriverò più nulla”.

G: E infatti nelle pagine successive c’è soltanto scarabocchiato: incubi, incubi. .. Mi spiega cosa vuol dire?

R.: Ho scoperto la legge che lega il colore verde, quello centrale dell’arcobaleno, la quinta musicale ed il calore.

G.: Purtroppo non conosco la musica.

R.: Io suono il violino e la conosco benissimo, ascolta … “

Va nell’altra stanza, prende un diapason, lo intona percuotendolo con il martelletto, parte una nota con una vibrazione squillante, con la sua stessa voce s’intona all’accordo sonoro, la si ascolta perfettamente

R: “Ecco, la quinta musicale è una nota che fa un accordo, sono due note insieme, che formano una certa quantità di vibrazione, e questa dà calore.

G.: Quindi non è tanto importante la nota, quanto la vibrazione che questa produce?

R.: Vibrazione di due note musicali che si chiamano “quinte”. Vibrazione è calore.

G.: Perché calore?

R.: Il colore verde, da delle vibrazioni, le quali mi davano le stesse emozioni di quelle che mi dà la quinta musicale. E siccome le vibrazioni sono movimento, il movimento è calore, mi davano un senso di calore. Io mi mettevo nella condizione di percepire questo tipo di calore, in modo che, pensando al colore verde e sentendo la quinta musicale, creavo in me uno stato che mi metteva in condizione di trovare il rosso e il nero.

G.: Non è facile da capire, almeno per me. Però intuisco che qui dentro c’è la chiave di tutto.

R.: No, di tutto no.

G .. E’ la chiave della materia questa!

R.: Non conosco la chiave della materia. Se la conoscessi, avrei chiamato gli scienziati e avrei detto loro “cari signori, ecco il mio segreto”.

G: I suoi esperimenti sembrano quasi annullare le leggi codificate della fisica …

R.: Si, la fisica va bene sulla terra.

G.: Ci dev’essere qualcosa che la fisica non conosce.

R.: Ma certo! La fisica conosce niente … Io credo nella Parola infinita, perché Dio è infinito, ma io il concetto di Dio lo vedo nel concetto dell’infinito. Per me non c’è un Big Bang di diciassette miliardi di anni. No, non è così.

G.: La creazione è costante e continua.

R.: Certo, è continua. La fisica conosce una minima parte, questo ci tengo che venga scritto. La scienza mi affianchi un collaboratore scientifico, e così, nel coso di questa collaborazione si renderà conto che non esiste trucco. Così io potrò dischiudere una porta alla scienza.

G.: lei ha avuto accesso, alle chiavi della materia, ad un qualcosa che la fisica non ha ancora compreso, a leggi inesplorate.

R.: Nemmeno io le comprendo. Dovrei essere illuminato. lo mi attacco alla scienza con speranza. Ho fatto esperimenti con Benedetto Croce in casa Rocca, in via venti settembre. Lui era molto attento a queste cose.

Tuttavia, potrebbe esserci un’altra spiegazione al fatto che molti testimoni abbiano confuso l’accordo di quinta con la quinta nota: potrebbe cioè non essere dovuto(solo) a una loro semplificazione del ricordo a causa della mancanza di competenze musicali, ma all’ambiguità che Rol stesso può aver lasciato sull’argomento, esprimendosi  più o meno nello stesso modo di come si era espresso con la Dembech,  usando «quinta» e «quinta nota» come equivalenti.