SPIRITO INTELLIGENTE ( PARTE QUARTA)

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CONSIDERAZIONI :

«Tutti possono arrivare a fare quello che faccio io in quanto ognuno di noi detiene le mie stesse “possibilità”. Bisogna volerlo. A me e a tutti coloro che si mettono con fiducia assoluta su questa strada è dato di giungere alla conoscenza di quell’equilibrio perfetto che governa l’universo». (Remo Lugli “Gustavo Rol una vita di prodigi ” pag. 26)
E ANCORA…
«Queste mie ”possibilità” le hanno tutti. È sufficiente mettersi in condizione di percepirle. Il resto viene da sé. Nel mio testamento ho scritto: “Non credo di peccare di orgoglio affermando di essermi accorto di essere stato dotato di facoltà e di possibilità non comuni a tutti gli uomini. Mi rammarico di non aver prodigato anche di più al mio prossimo questi beni, ma ne sono stato, ben sovente, distolto dalle sollecitazioni esaltanti e deprimenti che la vita mi ha riservato in larghissima misura. Se da un lato ho potuto constatare che la Provvidenza mi è sempre stata di incredibile appoggio, sofferenze di ordine spirituale e fisico mi hanno costantemente provato lasciandomi pochi istanti di tregua. A conforto di queste sofferenze ho potuto, attraverso fatti assolutamente reali, constatare l’esistenza di un Dio riparatore e giusto, in ogni caso sempre misericordioso”.».
«Alla mia età e con tutte le esperienze che ho avuto nei miei contatti con l’editoria credo che, pur continuando ad essere contrario a qualsiasi forma di pubblicità nei miei riguardi, gradirei che uno scritto su di me contemplasse ben poco di quelli che sono gli “esperimenti” che avvengono con me, ma intrattenesse il lettore sulla ragione, sul modo e sul significato che questi fenomeni si producono in una realtà assolutamente etica. C’è profondo in me il desiderio di lasciare alla mia morte una dottrina che  consenta di conoscere l’esistenza del proprio spirito e di adire ad esso. E questo perché in tale disposizione non ci sono problemi esistenziali che non si possano risolvere. Questi stessi problemi trovano l’uomo nella condizione di affrontarli possedendo egli ogni mezzo per farlo nella maniera più degna». Gustavo Rol era convinto di questo postulato: «Il primo gradino da percorrere e l’ultimo si trovano su uno stesso piano. Parole», aggiungeva, «che sembrano assurde se ci ostiniamo a ragionare con i mezzi consentiti all’intelligenza utile per vivere in questa dimensione che è quella dell’omo sapiens che scopre l’energia atomica, ma poi ignora la carità. La verità poggia in miracoloso equilibrio sulla linea retta che corre tra due punti perfettamente definiti: l’esistenza e l’eternità a prova e riprova dell’inconsumabilità di Dio». 
«Perché il nostro “spirito intelligente”, attraverso il quale l’esperimento è avvenuto, possiede capacità non valutabili con i nostri mezzi normali, tali che nessuna legge fisica riconosce e nessuna delle nostre filosofie ammetterebbe». (Remo Lugli “Gustavo Rol una vita di prodigi ” pag. 27)

vi lascio come ultima parte del post la trascrizione di un dialogo da noi fruibile grazie a Franco Rol..importantissimo

Lo spirito intelligente rimane operante – Serata del 26 marzo 1977 (“il simbolismo di Rol” appendice II)
Amica: «Scusa Gustavo, e quando vengono delle scritture che non sono le tue, ma che sono quelle metti di Cavour, di Casanova…
Rol: «Sì, lo “spirito intelligente”…».
Amica: «…è il loro “spirito intelligente” che agisce come te, con lo stesso meccanismo…».
Rol: «Non è il loro “spirito intelligente”, impari a dire, a parlare propriamente. È lo “spirito intelligente” di Cavour, non è “il  loro” “spirito intelligente”, perché tu parli con un linguaggio spiritico… Quello “spirito intelligente” – va bene? – di Cavour e degli altri. Perché “loro” non ci sono.
Lugli: «No, è solo che aveva fatto due esempi, e allora…».
Altra amica: «Aveva detto Casanova e Cavour…».
Amica: «E allora è lo stesso meccanismo che avviene in te, o tu sei il tramite del loro lavoro? Non so, non capisco…».
Rol: «No… Io non so quello che avviene a livello biopsichico, ma è certo che qualche cosa avviene, come spiegavo prima, che finché lo spirito… – l’uomo è morto, ma il suo “spirito intelligente” rimane operante… Tra l’altro l’ho detta a te questa definizione: lo “spirito intelligente” rimane operante, a prova e riprova dell’esistenza e della inconsumabilità di Dio».
Lugli: «Però avevi detto forse operante, eri ancora nella fase…». Rol: «Ma poi ho detto… dopo l’ho tolto».
Lugli: «Dopo l’hai tolto…».
Gaito: «Però è lo “spirito intelligente” che scrive, non è lui…».
Rol: «Ma io lo percepisco, ma io lo sollecito… lo catalizzo… ma per potere…».
Gaito: «Se lui non ci fosse, non avverrebbe niente…».
Rol: «Eh sì, perché non c’è un altro che lo fa al mio posto, ma io insegno che per poter catalizzarlo bisogna mettersi in condizione  di essere tali. Ora, nessuno ha mai sofferto quello che ho sofferto io per anni e anni e anni di prove e di delusioni e di derisioni».
Lugli: «…poi lo “spirito intelligente” e le sue capacità tecniche alle quali è arrivato dopo tutto questo sforzo…».
Rol: «Guarda Lugli, se tu avessi vent’anni e se io sapessi che ho i mezzi per mantenerti senza che tu abbia da studiare, io ti metterei sotto, e nel giro di dieci anni ti metterei in grado di fare tutte le cose che faccio…».
Lugli: «Penso che… penso che sia possibile, io sono convinto di quello che dice lui…».
Gaito: «Ma può darsi…».
Rol: «No perché poi dopo morendo io e dopo lui, quello che ha imparato lo tramanderà».
Lugli: «Cioè mi insegnerebbe il metodo, attraverso il metodo, non attraverso delle capacità…».
Severina G.: «Però dice che devi applicarti molto…».
Lugli: «Ah certo, perché lui dice: “Adesso io ti do la regola, ti do la regola”, ma quella regola comporta uno studio e un’applicazione di dieci anni…».
Rol: «Ma anche di quindici!». Lugli: «Anche di quindici».

Rol: «Non bisogna mica credere che quando io ho scoperto le due carte e di colpo ho fatto tutti gli esperimenti che faccio adesso!».