SPIRITO INTELLIGENTE ( PARTE SETTIMA E SPIRITISMO)

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SPIRITO E SPIRITISMO
Sera del 25 settembre 1975 in casa Lugli, presenti: Remo, Else e Betti­na  Tolti,  Silvano  e Doretta  Innocenti,  Nuccia  Visca. Rol scrive in scrittura automatica a nome di uno «spirito intelligente» che,  presentandosi  come  ex  anarchico-mangiapreti,  afferma  che  ci  darà un  suo testo scrivendolo  direttamente  su un mazzo di carte.  Letto questo annuncio, Rol chiede di avere a disposizione tutti i mazzi disponibili in casa, le carte sono più di 800. Alla fine le fa radunare in un unico mucchio al centro della tavola che viene coperto con un asciugamano. Chiede penombra  e in scrittura automatica indica su quale mazzo  uno di 52 carteavverrà l’esperimento; Riaccendiamo  le luci e incominciamo  a estrarre dal cumulo,  una per una, le carte del mazzo prescelto e le mettiamo in ordine crescente secondo la disposizione fiori, quadri, cuori e picche. Ogni carta, negli spazi bianchi, presenta alcune parole, con la calligrafia di Rol, a grafite. Ecco  il  lungo testo:
«Non vi sono limiti alle possibilità umane. Alla condizione, però, che esse non intervengano a sottrarre alla vita quel carattere di unica, insostituibile, meravigliosa anche se travagliatissima prova che è la vita stessa. I sensi rappresentano un mezzo di eccezionale misura onde conoscere le meravigliose possibilità che Dio offre di se stesso all’uomo. Possibilità che nello stesso tempo armano quella trappola mortale che i sensi stessi rappresentano. I sensi, inoltre, sono una modestissima anticipazione di tutte le infinite meraviglie riservate all’uomo per estrinsecazione che Dio stesso rivela nel suo costante desiderio e diritto di affermarsi. A quelle meraviglie l’uomo accede nel perfezionarsi non soltanto in questa vita, la quale potrebbe non essere la prima. Se l’errore è compatito, spesso giustificato, ma non sempre assolto, è puro gesto di misericordia divina il rigettarlo ed anche punirlo, in quanto nella punizione stessa è insito il desiderio di offrire all’uomo la possibilità di redimersi, quindi di avvicinarsi maggiormente alla stupenda perfezione che Dio è. Quale padre amorosissimo Egli non solo non abbandona nessuno, ma tutti aiuta, anche coloro, gli indegni ed anche i reprobi, nel castigarli. Correggere non è punire, bensì aiutare a liberarsi da tutto ciò che tiene il malato lungi dalla fonte che gli dona la vita. Se l’errore non è perseveranza diabolica altro non può essere che diritto alla conoscenza. È beninteso però che nessun diritto può giustificare il perseverare nell’errore stesso, quand’anche l’uomo sappia, in un raptus intellettivo, considerare l’errore un mezzo orrendo altrettanto quanto nobile. Con queste parole ho inteso qui rivelare il perché dell’errore stesso, della necessità di non ripeterlo e della possibilità etica che Dio lo consenta. Oggi, 25 settembre 1975». 
Due sere dopo, in sede di rilettura, Gustavo Rol ha così commentato questo testo: «Sono cose molto gravi quelle che ha scritto questo signore, cose da meditarsi perché se noi le prendiamo nel senso letterale sembrerebbero quasi un invito a sbagliare e quindi cadremmo nel tremendo errore perseverato diabolicamente dalla buonanima povero diavolo di Rasputin, il quale diceva: “peccate e poi pentitevi”. No, osservata viceversa sotto il profilo etico, la cosa assume un aspetto molto differente e direi estremamente severo».
Il testo dei MANGIAPRETI 2
È perfettamente inutile oggi recriminare e lamentarsi di una situazione alla quale tutti gli Italiani ed anche voi, proprio voi, avete contribuito con la vostra ignavia e per l’egoistico interesse del vivere in pace. Così la guerra avrete e con la guerra anche la più sanguinosa delle rivoluzioni. Francamente ditemelo: se doveste mai in questo stesso momento presentarvi al cospetto di un giudice supremo, avreste mai il cuore sereno, libero e fiduciosamente certo di essere assolti? Che cosa, che cosa avete mai sacrificato del vostro interesse alla necessità del vostro prossimo (alludo a quello povero, il più umile, il più diseredato ed afflitto)? Quale, quale è stato l’intento vostro, se non quello di ammassare beni ed orgoglio, egoismo, intemperanza e crudeltà? Certamente, crudeltà anche, dal momento che più volte, infinite volte nel corso della vita avete derubato di un gesto di carità od almeno di comprensione coloro ai quali avete venduto, ed a caro prezzo, i frutti della non vostra intelligenza. Tutte queste cose non vi seguiranno nella tomba, né le ritroverete se qui dove ora siete dovreste per sventura vostra tornare. Queste mie parole non assurgono ancora al senso di un rimprovero, bensì ad un benevolo, forse paterno ammonimento. Ma questa mia voce sarà l’unica, la prima e l’ultima occasione che vi ho offerta. Il denaro accumulato ben oltre i limiti fissati dalla previdenza, il cibo ingerito a squarciapancia, ben oltre le necessità volute da un normale appetito, la libidine di una esaltazione sessuale lungi assai dai soavi aneliti che il vero amore suggerisce e tutto ciò sempre, sempre, sempre a scapito di altri: furto, disordine e lussuria. Ditemelo voi, quali cose partoriscono queste cose? Io stesso che vi parlo fui simile a voi e guazzai nell’abbondanza e nel vizio, e forse ancora più di quanto voi facciate. Ho detto facciate, per ben distinguere quali oggi siete da ciò che forse foste che sarete. Se fu peggio prima o se domani rotolerete maggiormente, lo ignoriamo. Sei vite io vissi qui, in questo immondo letamaio che è la Terra satellite del Sole e patria di Dei. Raggiunsi un altro lido finalmente benigno, ove la morte già più non atterrisce, nell’amore si consuma e si esaurisce nell’abitudine e nel senso. Finché degno, anche se non redento, ma la coscienza di essere stati creati dà gioia al cuore e conferisce la certezza che l’immortalità è possibile. Sublime rivelazione che Dio esiste, ma come esiste, che Dio è presente ai nostri delitti, che Dio può assolvere, che Dio è noi pur che noi l’avessimo voluto. Meraviglioso Iddio dell’amore e di tutti i sensi, di tutte le bellezze, ben oltre quelle che il vostro genio ha intuito, ben oltre il sacrificio di santi e di eroi. Dio eterno amore».
TRATTO DAL LIBRO DI REMO LUGLI: UNA VITA DI PRODIGI